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Perfidia, il teatrino del Mes messo su dai partiti per accalappiare voti: «Niente contenuti, solo campagna elettorale»

VIDEO | Le tensioni nella maggioranza e nell’opposizione in vista delle Europee al centro della nuova puntata della trasmissione condotta da Antonella Grippo. A confrontarsi con lei Caligiuri (Fi), Tucci (M5s), Speziali (Udc), Bobo Craxi (Psi) e l’ex ministro Claudio Signorile

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di E. D. G.
23 dicembre 2023
16:52

La scelta della canzone che apre ogni nuova puntata di Perfidia è una sorta di editoriale in musica che spiega efficacemente dove Antonella Grippo andrà a parare. È stato così anche per il penultimo step del 2023 del talk politico di LaC Tv, andato in onda ieri sera. Le note dell’iconica I Will Survive di Gloria Gaynor hanno introdotto i temi del giorno, confezionati in un titolo altrettanto esplicativo: Il mio schianto libero. Io sopravviverò, cantava la regina della disco dance, così come ostentano un po’ tutti i partiti politici che a giungo dovranno confrontarsi con le urne per le Europee. Sopravviverò. Ma, in realtà, un po’ tutti temono di schiantarsi, compresi gli elettori che non capiscono più molto bene chi dice cosa. 

In studio, a inoltrarsi su questo sentiero tracciato da Grippo, i parlamentari Fulvia Caligiuri (Fi) e Riccardo Tucci (M5s), e il direttore del giornale reggino Il Dispaccio, Claudio Cordova. In collegamento, l’ex ministro socialista Claudio Signorile, il coordinatore calabrese dell’Udc, Vincenzo Speziali, e Bobo Craxi (Psi). Una rappresentazione plastica delle tensioni nella maggioranza, ma non solo, l’ha offerta il recente voto parlamentare sul Mes, il trattato sul fondo salva Stati, che l’Italia, unica nell’Unione europea, ha deciso di non ratificare. 


Fdi, Lega e M5s hanno detto No, (quasi) riesumando la maggioranza giallo-verde che ha sostenuto a suo tempo il governo Conte, mentre Forza Italia si è astenuta, segnando la distanza dagli alleati. Anche a sinistra, però, è emersa una scarsa coesione, con il campo largo che è diventato quasi siderale, tanta è la distanza con i Cinquestelle. Dinamiche che però, secondo Signorile, sono funzionali esclusivamente alla campagna elettorale per le Europee già iniziata.

«Viene fuori con chiarezza – ha detto l’ex ministro - che la questione del Mes è solo politica, perché sul piano tecnico è risolvibile. La maggioranza non ha tutti i crismi della solidità e Fi cerca di rimarcare la sua vocazione europeista in antitesi con i sovranisti».
Chi non vuol sentir parlare di sintonia con i partiti di governo, è Tucci: «Non c’entra nulla con la vecchia maggioranza gialloverde – ha sottolineato -, è vero che abbiamo votato No al Mes come Lega e Fdi, ma le motivazioni sono profondamente diverse. La Meloni ha detto no al Mes, ma sì al rinnovo del patto di stabilità, che dal 2024 peserà sul bilancio dello Stato per 15 miliardi l’anno. Ha dunque votato no solo per questioni politiche».

Anche per Cordova la discussione sul Fondo salva stati viene puntualmente strumentalizzata: «Il Mes è da sempre uno specchietto per le allodole, in questo scontro di tecnico c’è poco». Sulla stessa lunghezza d’onda Bobo Craxi, che però ha rimarcato come sulla questione è «deflagrata anche l’opposizione». 

Poi, sollecitato da Grippo, Craxi ha commentato le parole dell’ex magistrato Piercamillo Davigo, che durante un’intervista per il podcast di Fedez, Muschio selvaggio, si è rammaricato del fatto che un indagato, non ancora condannato, possa suicidarsi in carcere, «perché - ha detto - viene meno una possibile fonte d’informazioni». 

«Davigo – ha affermato Craxi - era la punta di diamante del giustizialismo etico. Dal punto di vista professionale, una parte della magistratura italiana è sempre stata priva di umanità. Questo non aiuta i magistrati che fanno bene il loro lavoro». È stata poi la volta di Dacia Maraini, che ha presentato il suo ultimo libro autobiografico - Giappone 1943, memorie di una bambina italiana in un campo di prigionia - raccontando di quando tutta la sua famiglia fu internata perché i genitori si rifiutarono di aderire ufficialmente alla Repubblica di Salò

Infine, uno dei momenti più attesi della trasmissione, la confessione. Sull’inginocchiatoio questa volta ci è finita Fulvia Caligiuri, che non si è sottratta al fuoco di fila delle domande di Grippo nei panni di El Diablo. Inevitabile un’incursione nel quasi gossip. «Hai mai desiderato l’uomo d’altri», ha chiesto la conduttrice, sentendosi rispondere: «Sì». «E lui? – ha incalzato – ti desiderava?». «Non gliel’ho mai chiesto…», è stata la malinconica risposta.

Guarda la puntata completa su Lacplay.it

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