Polemica “gender” a Crotone, Cavallo e Cerrelli (Lega): «Né omofobi né razzisti»
I due esponenti leghisti replicano alle discussioni sollevate dopo aver criticato un incontro su migranti e omosessualità svoltosi in un istituto scolastico della città: «Siamo responsabili dell’educazione dei nostri figli»
«Né bigotti, né omofobi, né razzisti, ma soltanto responsabili dell’educazione dei nostri figli». È quanto dichiara in una nota il coordinatore provinciale della Lega Salvini di Crotone, Giancarlo Cerrelli, a margine della polemica scatenatasi dopo il dissenso della Lega di Crotone circa un incontro su tematiche gender, tenutosi presso l’Istituto Pertini – Santoni di Crotone. «Abbiamo assistito per lo più – afferma Cerrelli - a repliche superficiali e ad insulti pesanti; lo stile usato è sempre lo stesso: insultare, offendere, emarginare ed etichettare come omofobo, razzista e bigotto, chi si oppone alla dittatura del pensiero unico politicamente corretto. Tale dittatura che per molti è invisibile, sta distruggendo subdolamente le nostre identità, per renderci sempre meno esseri umani e sempre più consumatori, esseri senza radici, soggiogati dai nostri desideri, che devono essere appagati a tutti i costi».
L’ideologia gender
«In tale contesto globalista e mondialista che tende a distruggere, con il pretesto dell’uguaglianza, le identità dei popoli, - prosegue l’esponente politico - si inserisce l’ideologia gender che nega a sua volta le identità sessuali, il corpo sessuato, la differenza biologica fondamentale tra maschio e femmina, come tentativo di dimostrare che la mascolinità e la femminilità non sono che costruzioni sociali, separando così natura da cultura».
«L’ideologia di genere - continua il Coordinatore provinciale della Lega - merita un approfondimento e a tal proposito accogliamo con piacere il gentile invito ad un confronto fattoci a mezzo stampa dalla Dirigente Scolastica del Pertini – Santoni. È opportuno sottolineare che l’ideologia gender auspica il superamento della parola sesso, troppo legata all’aspetto biologico, per sostituirla con i termini identità di genere e orientamento sessuale; in tal modo ognuno, in base ai propri desideri e al proprio sentire, potrà scegliersi il proprio orientamento sessuale tra i circa sessanta orientamenti presenti nel catalogo LGBTIQIA».
«L’ideologia di genere – continua Cerrelli - è imposta da una governance mondiale, che opera in tutti gli ambiti e a tutti i livelli, da quello lavorativo, a quello giuridico, a quello dei media, a quello della moda, etc. e ha come ambito privilegiato il mondo della scuola; i promotori di tale ideologia si servono di associazioni LGBTIQA, o di associazioni appartenenti alla galassia delle associazioni di sinistra, ma anche di docenti compiacenti, legati generalmente anch’essi al mondo della sinistra, presenti perlopiù in ogni scuola, per veicolare - agli studenti ancora in fase di maturazione e di una definizione della propria identità sessuale - una pericolosa propaganda a favore di questa antropologia, che privilegia la fluidità sessuale e l’esaltazione di un’assoluta autodeterminazione dell’identità sessuale, basata sull’auto percezione delle emozioni».
L’indottrinamento
«Tutto ciò – sostiene ancora l’esponente leghista - è condito dall’incoraggiamento ai docenti, da parte del Ministero dell’Istruzione, di attuare piani, programmi e raccomandazioni ministeriali, mediante progetti didattici, che senza un contraltare, fanno propaganda a temi imposti all’Italia dall’Unione Europea, come l’omofobia, la non discriminazione e la libertà, letti, tuttavia, con lenti ideologiche, che tendono a voler omologare e orientare i più giovani a sposare l’ideologia gender, che tende a cancellare le identità sessuali, a favore di una sessualità sempre più liquida».
«In Svezia, a tal proposito, - osserva infine Cerrelli - ove si attua da più tempo questo indottrinamento, si registra un incremento di bambini “sessualmente incerti” che si rivolgono alle strutture specializzate alla ricerca di un’assistenza medica: come stupirsi di questi dati se l’obiettivo dichiarato di tali interventi, che vanno a toccare le identità in formazione dei più piccoli, è consapevolmente mirato a “dare libertà” e togliere certezze sul genere? Diciamo, pertanto, basta all’indottrinamento che vuole snaturare i nostri figli. Difendiamo i nostri figli da un’ideologia che vuole manipolare il reale, modificando le parole e costruendo ruoli artificiali; riscopriamo, invece, la bellezza dell’identità, al contrario del globalismo che vuole cancellare le nostre radici e le nostre tradizioni».
Strumentalizzazioni a scuola
«Non siamo omofobi – aggiunge la consigliera comunale di Crotone, Marisa Luana Cavallo - e la nostra non è una presa di posizione contro gli omosessuali, a differenza di molti che li considerano diversi e li categorizzano, per noi, al contrario, sono persone e in quanto tali vanno rispettati. Il nostro dissenso è invece nei confronti di chi a scuola strumentalizza i temi della libertà e dell’uguaglianza per inserire invece in maniera del tutto sottile e subdolo l’ideologia del gender che mira a sostituire - come è stato fatto ultimamente dal governo Conte e prima ancora dal governo Renzi - i termini madre e padre con genitore 1 e genitore 2. I bambini, con buona pace dell’ideologia gender e dei suoi sostenitori, - conclude Cavallo - hanno il diritto di avere un papà e una mamma. Non si può soddisfare l’egoismo degli adulti a scapito dei più piccoli che non hanno la possibilità di scegliere».