L’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci: «Esito prevedibile». Intanto esponenti del Pd e M5s criticano: «L'interesse della collettività, quello vero, è totalmente opzionale nel governo Meloni»
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Pioggia di reazioni a seguito del nuovo stop della Corte dei conti al Ponte sullo stretto. Più nel dettaglio, la Corte dei Conti "non ha ammesso al visto" il terzo atto aggiuntivo della convenzione tra il ministero dei Trasporti e la Società Stretto di Messina che regola i rapporti tra la stessa società Stretto di Messina in quanto concessionaria delle opere per il Ponte sullo Stretto e il Mit, come amministrazione concedente e vigilante.
Braga: «Fermatevi e dirottate risorse su opere utili»
«Stia tranquillo Salvini anche noi determinati a bloccare un ponte inutile e dannoso. E fiduciosi: il diritto e il buon senso avranno la meglio. Una spesa milionaria quando mancano infrastrutture di base sarebbe uno scempio. Fermate tutto e dirottate le risorse su opere utili». Lo ha critto su X Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Stretto Messina: «Attendiamo motivazioni della Corte Conti»
I vertici della Stretto di Messina Spa attendono le motivazioni della Corte dei conti che oggi ha negato la legittimità aggiuntivo alla convenzione di concessione stipulato dalla Stretto di Messina con il concedente Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. In una nota la società sottolinea che «prosegue il percorso ordinario della Corte dei conti per il controllo di legittimità sugli atti amministrativi relativi al progetto del ponte sullo Stretto. In particolare, l'esame della Sezione centrale di controllo di legittimità fissato per oggi, ha riguardato l'atto aggiuntivo alla convenzione di concessione stipulato dalla Stretto di Messina con il concedente Ministero delle infrastrutture e dei trasporti».
«Non lo considero un atto nuovo in quanto gli argomenti trattati sono strettamente collegati. - ha commentato il presidente della Stretto di Messina Giuseppe Recchi - Abbiamo deciso di convocare un Consiglio di Amministrazione per il 25 novembre per esaminare la situazione in attesa delle motivazioni della Corte dei conti previste nei prossimi giorni».
«Il mancato visto con la conseguente registrazione della Corte dei conti era prevedibile - ha dichiarato l'amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci - perché l'atto convenzionale è funzionalmente collegato alla delibera di approvazione del progetto definitivo del ponte del Cipess del 6 agosto, per la quale la Corte ha ricusato il visto in data 29 ottobre. Attendiamo le motivazioni per entrambi i provvedimenti, nella convinzione che verranno forniti - da parte delle Istituzioni competenti - tutti i nuovi approfondimenti richiesti, con la piena collaborazione da parte della Stretto di Messina, al fine di proseguire nella realizzazione del ponte, opera strategica di preminente interesse nazionale, come definita per legge».
Barbagallo (Pd): «Una Caporetto per Salvini»
«Ogni giorno la realizzazione del Ponte sullo Stretto diventa sempre più remota. Un'opera ideologica e di mera propaganda trova nuovi ostacoli sulla fattibilità e sull'illegalità finanziaria. Ancora una volta è la Corte dei Conti, la seconda in pochi giorni, che blocca il miraggio del ministro Salvini non ammettendo il visto al decreto 190/2025 del MIT. Una vera Caporetto per Salvini, visto che il nuovo stop sarà valido anche per tutti gli atti conseguenti e consequenziali. Il ministro si dichiara fiducioso? Sì fiducioso di una disfatta». Lo dichiara il deputato e Capogruppo Pd in Commissione Trasporti, Anthony Barbagallo.
Mit: «Fiduciosi»
«La mancata registrazione del decreto interministeriale che assentisce il III atto aggiuntivo del Ponte sullo Stretto arriva alla fine di un'ampia discussione svoltasi oggi innanzi alla Corte dei conti nel corso della quale è emerso, innanzitutto, il tema preliminare dell'effetto di preclusione che la mancata registrazione della delibera Cipess ha sulla decisione odierna. Il Mit rimane fiducioso sulla prosecuzione dell'iter amministrativo in attesa delle motivazioni della Corte». Lo afferma il ministero delle Infrastrutture in una nota dopo il nuovo stop della Corte dei Conti al Ponte.
Damante (M5s): «Salvini si metta da parte»
«Cosa serve ancora perché il Ministro Salvini si rassegni e decida di dire basta a questa pagliacciata del Ponte che vogliono solo lui e i suoi amici? Oggi arriva il secondo no dalla Corte dei conti, questa volta per la convenzione con la Società sullo Stretto». Lo afferma in una nota la senatrice siciliana dei 5 stelle Ketty Damante.
«Non c'è un progetto esecutivo, è contro ogni logica ambientale, non rispetta parametri di sicurezza essenziali in una zona a rischio sismico. La presidente del Consiglio Meloni aveva preso in mano la situazione ma, a quanto pare, senza alcun successo. Infatti, Salvini continua a sventolare la bandiera del Ponte buona solo per ogni elezione. Intanto, i fondi rimangono fermi quando i cittadini avrebbero bisogno di infrastrutture serie e utili. Ci faccia il piacere, si metta da parte lui e la sua incompetenza», conclude.
Floridia: «Governo lontano dai veri interessi della collettività»
«Non ci sono solo i cittadini bypassati, i soldi pubblici già sperperati e la lunga sfilza di documenti incompleti e fallaci. Nella minimizzazione del ministro Salvini dinanzi all'ulteriore altolà della Corte dei Conti sul ponte sullo Stretto c'è tutta la protervia del potere, nel voler rimanere attaccata mani e piedi "all'affare Ponte". L'interesse della collettività, quello vero, è totalmente opzionale nel governo Meloni. Abbiamo una manovra mai così avara di risorse, con tagli praticamente in tutti gli ambiti, ma il governo insiste nel portare avanti questa pantomima che il paese non merita. Assurdo». Così in una nota la senatrice Barbara Floridia (M5s), presidente della commissione di Vigilanza Rai.


