La Regione Calabria, in maniera bipartisan, si schiera a sostegno dei lavoratori precari del CNR, approvando all’unanimità una mozione che impegna la Giunta ad attivarsi presso Governo e Parlamento per garantire la stabilizzazione del personale impegnato nelle sedi calabresi del Consiglio Nazionale delle Ricerche. L’iniziativa, primo firmatario Pierluigi Caputo (Occhiuto Presidente), è stata condivisa e sottoscritta anche dagli altri capigruppo: Domenico Giannetta (Forza italia), Angelo Brutto (Fratelli d’Italia), Giuseppe Mattiani (Lega), Vito Pitaro (Noi Moderati), Ernesto Alecci (Partito Democratico), Vincenzo Bruno (Tridico Presidente), Filomena Greco (Casa Riformista), Francesco De Cicco (Democratici Progressisti), Elisa Scutellà (Movimento 5 Stelle).

Nella mozione si fa espressamente riferimento al fatto che il CNR costituisca il principale ente di ricerca italiano e svolga un ruolo centrale nello sviluppo scientifico, tecnologico e innovativo del Paese. «In Calabria sono attivi dodici istituti distribuiti in tredici sedi, impegnati in ambiti chiave quali neuroscienze, rischio idrogeologico, cambiamenti climatici, ambiente, nanoscienze, agricoltura avanzata, ingegneria dei materiali, sensoristica, calcolo scientifico e trasferimento tecnologico. Progetti che generano impatti concreti sulla crescita regionale, sulla gestione dell’ambiente, sulla sanità e sulle filiere produttive. Nel tempo – si legge - si sono consolidate collaborazioni con Università calabresi, enti territoriali, Protezione Civile, aziende ospedaliere e centri di ricerca nazionali, favorendo la creazione di spin-off e nuove competenze altamente specializzate».

Il nodo della precarietà del Cnr

Nonostante la centralità del CNR, il mondo della ricerca italiana è segnato da una precarietà strutturale. Circa 4.000 lavoratori operano con contratti non stabili, di cui una parte significativa in Calabria. «Molti di questi posti – si fa presente nel documento – sono finanziati con risorse PNRR che scadranno il 31 dicembre 2025, mettendo a rischio centinaia di competenze qualificate e progetti strategici. Il movimento “Precari Uniti CNR” chiede da anni l’applicazione integrale dell’art. 20 della “Legge Madia”, che prevede percorsi di stabilizzazione per chi ha maturato esperienza negli enti pubblici di ricerca. La recente Legge di Bilancio 2025 ha stanziato 10,5 milioni di euro, sufficienti però a coprire appena il 5% del fabbisogno nazionale».

Per i consiglieri regionali «in Calabria, la perdita di personale metterebbe a rischio attività vitali come il contrasto al dissesto idrogeologico, il monitoraggio ambientale, l’innovazione agricola, la digitalizzazione e la ricerca sanitaria avanzata». Per questo motivo, la mozione  impegna la Giunta, per quanto possibile, a:

  • sostenere ufficialmente la vertenza dei precari del CNR;
  • sollecitare Governo, Ministero dell’Università e Parlamento per ottenere nuove risorse già dalla prossima Legge di Bilancio;
  • promuovere in Conferenza delle Regioni un piano nazionale straordinario di stabilizzazione;
  • istituire un Tavolo regionale permanente tra Regione, CNR, parti sociali e rappresentanze del personale;
  • valutare misure regionali di accompagnamento, inclusi eventuali cofinanziamenti o interventi ponte;
  • rafforzare il ruolo delle sedi CNR come nodi strategici dell’ecosistema regionale dell’innovazione;
  • attivare iniziative di informazione pubblica per sensibilizzare sul valore della ricerca.

Riconoscendo il ruolo cruciale del capitale umano del CNR per lo sviluppo del territorio la politica nostrana prende posizione in una vertenza nazionale che segnerà inevitabilmente il futuro della ricerca pubblica. La stabilizzazione dei precari diventa, così, una priorità strategica per la squadra di Roberto Occhiuto al fine di garantire continuità, competitività scientifica e ricadute concrete sulla comunità calabrese. Come avviene in questi casi, infine, l’atto sarà trasmesso anche al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Università e della Ricerca, ai Presidenti delle Camere, al Presidente del CNR, ai Rettori delle università calabresi e ai parlamentari eletti in Calabria.