I coordinatori di Noi Moderati, Fi, Fdi e Lega ribadiscono le ragioni che li hanno spinti a non partecipare alla tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio provinciale e criticano la scelta contraria del centrosinistra: «Ora governa ovunque e non ha più alibi»
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«La scelta del centrodestra non è stata un atto di disimpegno, bensì una presa di posizione politica chiara e responsabile, volta a non legittimare un sistema istituzionale che ha progressivamente svuotato le Province di rappresentatività, lasciando i territori – in particolare le aree interne e montane – in una condizione di sostanziale abbandono amministrativo e infrastrutturale». Così in una nota i segretari provinciali delle forze politiche del centrodestra - Nicola Brosio (Noi Moderati), Michele Comito (Forza Italia), Pasquale La Gamba (Fratelli d’Italia) e Valentina Marta (Lega) – commentano l’esito delle elezioni per il Consiglio provinciale di Vibo che si sono tenute ieri e hanno visto il centrosinistra conquistare 9 consiglieri su 10 proprio in virtù del boicottaggio della tornata elettorale da parte del centrodestra.
Dopo aver augurato buon lavoro ai consiglieri eletti, i coordinatori vibonesi del centrodestra rimarcano le motivazioni della scelta di «non partecipare, in aperto dissenso rispetto all’attuale gestione dell’Ente e nella consapevolezza della necessità non più rinviabile di rivedere e superare la legge Delrio – normativa concepita come transitoria e divenuta, nei fatti, una distorsione permanente della rappresentanza democratica»
«Proprio le aree interne – continuano - rappresentano oggi l’anello più debole di questo modello: comunità isolate, prive di peso politico nelle scelte provinciali, penalizzate sul piano dei servizi, della viabilità, della manutenzione del territorio e delle politiche di sviluppo. Il crescente disagio di questi territori è il segnale più evidente del fallimento dell’attuale assetto provinciale, incapace di garantire equità, ascolto e presenza istituzionale diffusa».
Pur in un contesto che il centrodestra continua a ritenere «non pienamente rappresentativo delle reali dinamiche democratiche e politiche dei territori, l’auspicio è che l’azione dei nuovi amministratori, espressione del centrosinistra, sia improntata al dialogo, al senso di responsabilità e, soprattutto, a un’attenzione concreta e verificabile verso le esigenze delle comunità locali, a partire proprio dalle aree interne oggi completamente marginalizzate».
E ancora: «I consiglieri eletti sono ora chiamati a governare l’Ente assumendosi integralmente la responsabilità delle scelte amministrative e politiche che verranno adottate. In un quadro in cui il centrosinistra detiene oggi la guida sia del Comune capoluogo, sia dell’Ente Provincia, la gestione dei territori avverrà in piena autonomia e senza alibi politici: ne discende che ogni decisione, risultato o criticità ricadrà sotto la sua esclusiva responsabilità. Una fase delicata che richiede serietà, trasparenza, capacità decisionale e rispetto delle istituzioni».
Infine, si legge nella nota, «il centrodestra vibonese conferma la propria disponibilità a un confronto istituzionale leale e costruttivo, nell’esclusivo interesse del territorio e dei cittadini, ribadendo al contempo la necessità di una riforma profonda del sistema provinciale che ripristini l’elezione popolare diretta, restituisca dignità costituzionale alle Province e consenta finalmente una reale tutela e valorizzazione delle aree interne».
«In questo quadro – concludono - un solo rammarico: il centrosinistra ha sprecato una occasione storica: quella di fare di Vibo Valentia un esempio nazionale del fallimento della legge Delrio, elevando il caso provinciale a emblema utile ad accelerare una riforma ormai indifferibile. Una scelta mancata che pesa ulteriormente sulla credibilità dell’attuale gestione e che priva il territorio di un ruolo centrale nel dibattito nazionale sulla riorganizzazione degli enti intermedi».



