Recovery, si consolida il fronte “anti-scippo”: «Ma non chiamatelo partito del Sud»

VIDEO | Il vicepresidente della Campania Fulvio Bonavitacola traccia il profilo dell'impegno che coinvolge amministratori di ogni schieramento, anche in Calabria. La critica al piano mandato a Bruxelles e le riserve sul ministero dell'Agricoltura

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di Agostino Pantano
12 maggio 2021
20:54

Mettono insieme le proteste per il paventato taglio ai fondi europei per l’agricoltura e per il Piano nazionale ripresa e resilienza, gli amministratori del Sud che stanno rianimando il fronte meridionalista trasversale ai partiti. Fulvio Bonavitacola, vice presidente della Campania, uomo del Pd, è tra questi e si affretta a chiarire: «Non esiste affatto l’intenzione dei far nascere un partito del Sud». Il vice governatore nel ragionamento parte dall’alleanza stretta da sei Regioni, oltre alla sua c’è anche la Calabria, la Sicilia, la Basilicata, la Puglia e l’Umbria, impegnate in un braccio di ferro contro il ministero dell’Agricoltura che ha proposto la rivisitazione dei criteri per la ripartizione dei fondi destinatari al settore.

«C’è una forte pressione delle regioni settentrionali – argomenta – e spero che il governo, anche se è composto da ministri che provengono prevalentemente da Lombardia e Veneto, sappia mediare. La convergenza che noi stiamo sperimentando è il segnale che quando gli amministratori sono giustamente gelosi della propria autonomia rispetto ai partiti, ne beneficiano i territori».


Schema fuori dai partiti, che una schiera di amministratori meridionali ha messo in piedi anche nella mobilitazione contro l’attuale versione del recovery plan.
«Dobbiamo far capire che non esiste una questione meridionale – prosegue – ma una questione Italia, perché se il Sud viene penalizzato a camminare male è tutto il Paese. Immagino che questo fronte largo e consapevole che abbiamo creato, si cimenterà nei prossimi mesi in una contrattazione per riempire di contenuti veri il Recovery plan, e servirà la capacità di azionare un contenitore politico che rispetti le identità dei partiti, superando però i limiti della loro organizzazione: serve coinvolgere nel fronte meridionale il mondo della cultura, dei sindacati, delle autonomie locali e delle forze civiche e democratiche».

Giornalista
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