Il tavolo allargato del centrosinistra, previsto inizialmente per domani pomeriggio, è slittato a lunedì 11 agosto. A spingere i diretti interessati a posticipare a dopo il week-end la riunione interpartitica è stata la convocazione lampo del Consiglio regionale da parte del presidente Giuseppe Mancuso. L’ultima assise a Palazzo Campanella della legislatura Occhiuto si terrà alle 12: un orario incompatibile secondo molti con un appuntamento fondamentale per le prospettive della costituenda coalizione.

Il cambio passo

Le idee di Pd, M5S e Avs erano chiare. Avevano impostato una discussione ad ampio respiro, proponendosi come cabina di regia per il centrosinistra calabrese. I 18 mesi di tempo per affilare le armi in vista delle Regionali, tuttavia, si sono asciugati ad appena due (il centrodestra spinge per votare entro il 12-13 ottobre, ndr) dopo le dimissioni lampo del Governatore.

Immediato il cambio di paradigma per stringere quante più alleanze possibile, in modo da contendere il decimo piano della Cittadella al vice segretario nazionale di Forza Italia. Anche ieri sera i tre segretari regionali (Nicola Irto, Anna Laura Orrico e Fernando Pignataro) hanno avuto un colloquio da remoto. Nessun dubbio sul fatto che gli inviti partiranno per ogni anima della neonata Area Riformista che si è saldata ieri mattina su spinta di Sandro Principe.

L’ala moderata

L’Area Riformista si pone come interlocutore paritario con il resto del centrosinistra: su questo il primo cittadino di Rende è stato molto chiaro. Hanno aderito al progetto politico la sua Federazione, Italia Viva, Azione, Psi, +Europa, Repubblicani, Mezzogiorno Federato, ma anche quei movimenti civici che negli ultimi mesi, più volte, si sono confrontati sull’attualità politica.

Come noto, hanno sottoscritto un documento dove mettono in chiaro alcuni passaggi. Innanzitutto che i partecipanti «si sono assunti il compito di valorizzare al massimo la figura e la funzione dei sindaci, la cui dignità va sempre difesa in quanto portatori di interessi vivi e reali». Poi che «si è pronti al confronto con le altre forze politiche nei tempi e nelle sedi appropriate».