In una foto pubblicata sui social un giovanissimo presidente indossa una maglia che è tutta un programma: “Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio”. Ma quale tempesta si prepara ad affrontare il presidente con il petto in fuori? Personale? Politica? Giudiziaria? Le ipotesi si rincorrono
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Inutile sottolineare come il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, debba parte del suo successo politico alla sua abilità nello sfruttare i mezzi di comunicazione. D’altronde il nostro non a caso è stato anche editore di un polo televisivo privato di una certa rilevanza.
Difficile quindi che Occhiuto posti qualcosa per sbaglio o di “pancia”. Ogni reel, ogni post, ogni fotografia viene studiata nei minimi particolari sotto l’attenta supervisione della sua bravissima social media manager Veronica Rigoni.
Per questo ha destato grande curiosità l’ultima fotografia che Occhiuto ha postato sui suoi social. Si tratta di una foto datata, forse dei primi anni ‘90, con un giovanissimo Occhiuto di fianco a sua sorella Giuliana, bellissima nella foto. Il punto non è lo scatto quanto la t shirt che indossa il presidente. Sulla maglietta la frase attribuita all’anarchico messicano, Emiliano Zapata. “È meglio morire in piedi che vivere in ginocchio!”. In realtà la frase si apriva con un altro inciso “Uomini del Sud!”. Anche la dida scelta da Occhiuto è misteriosa. “La frase era di Zapata.Da giovane era anche il mio inno.E, in fondo, lo è anche ora”.
Strana come frase, soprattutto in questo momento. In fondo siamo a Capodanno, Occhiuto dovrebbe essere felice per la terza diretta consecutiva della Rai da Catanzaro. Ha anche l’inaugurazione della metro di Catanzaro da appuntarsi al petto e una visibilità nazionale come mai prima d’ora. Come mai, allora, un messaggio così poco in sintonia con il periodo? E’ come se, con il dovuto rispetto, Sergio Mattarella poco prima del discorso di fine anno indossasse una t shirt di Kurt Cobain con su scritto “meglio bruciare subito che spegnersi lentamente” (che poi è una citazione da Gente di Dublino di James Joyce).
Difficile pensare ad un Occhiuto zapatista ovvero che si ispiri alle idee politiche del rivoluzionario messicano che scelse la lotta armata per rovesciare il regime del suo Paese. Difficile da credere anche che Occhiuto voglia strizzare l’occhio ad Avs o alla sinistra antagonista nelle stesse ore in cui sta tentando la scalata ai vertici di Forza Italia e parla così diffusamente di liberalismo.
Allora fra gli addetti ai lavori è tutto un sussurro: che è successo? perchè quella foto così risalente nel tempo? Qual è il messaggio? E’ evidente che il riferimento più che alle idee politiche di Zapata è al suo coraggio, all’esortazione a vivere pienamente e a fronte alta, a non inginocchiarsi di fronte ai soprusi anche a costo della vita. Un motto, scrive lo stesso Occhiuto nella dida, che ha fatto suo sin da giovanissimo. Magari sin da quando da giovanissimo consigliere comunale a Cosenza si opponeva ad un gigante come Giacomo Mancini.
E’ come se Occhiuto sia in procinto di affrontare una qualche tempesta e avesse deciso di farlo mostrando il petto ai nemici, proprio come i rivoluzionari messicani. Ma di quale tempesta si tratta? Politica? Giudiziaria? Di natura personale? Questo resta un vero e proprio giallo su cui le supposizioni si affastellano

