Equilibrio precario

Salta il vertice della Lega in Calabria, al posto di Saccomanno arriverà un commissario dalla Puglia. Ma il partito è in subbuglio

Salvini rivendica per il Carroccio il prossimo candidato del centrodestra alla successione di Emiliano e sceglie di sacrificare un fedelissimo per rafforzare il gruppo dirigente di quella regione. La base è insofferente: diplomazie al lavoro per rinviare la decisione a dopo le Europee

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di Massimo Clausi
10 aprile 2024
19:30
Matteo Salvini e Giacomo Saccomanno
Matteo Salvini e Giacomo Saccomanno

Le Europee sono come una specie di frullatore che sta facendo impazzire gli assetti dei partiti. È il tipo di voto che lo richiede, il proporzionale puro comporta una sorta di guerra tutti contro tutti dove non sono ammessi prigionieri. Pazienza se qualche testa cade.

Gli ultimi rumors dei palazzi della politica parlano di una notizia che ha dell’inverosimile. Si parla, infatti, con sempre maggiore insistenza di un cambio al vertice della Lega in Calabria. L’attuale commissario, l’avvocato Giacomo Francesco Saccomanno, pare abbia le ore contate alla guida di un partito che da quando è nato in Calabria non ha mai svolto un congresso ed è sempre stato guidato da Roma (o forse da Milano) attraverso la longa manus dell’istituto del commissario.


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Parliamo di notizia che ha dell’inverosimile perché cambiare guida alla vigilia di un voto in cui l’attuale gruppo dirigente del Carroccio si gioca una buona fetta di credibilità, sembra fantapolitica. Ha dell’inverosimile perché la gestione Saccomanno si può criticare quanto vogliamo, ma i dati dicono che ha fatto quel che doveva fare. Buoni i numeri sulla crescita a doppia cifra sia degli iscritti sia dei militanti; buona la pattuglia in consiglio regionale formata da cinque elementi, in più un assessore regionale e la guida di due enti di sottogoverno importanti come l’Aterp e la Sorical. Ancora, nutrita la pattuglia dei parlamentari con due deputati e una senatrice. C’è di che essere soddisfatti visto la fase di reflusso che vive il Carroccio. Sono dati sui quali continuare a costruire anziché ripartire da zero.

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Leggendo questi dati, quindi, l’indiscrezione sembra davvero campata per aria. Eppure i soliti ben informati offrono anche dovizia di particolari fra cui una lunga telefonata fra lo stesso Saccomanno e il senatore Andrea Paganella in cui gli sarebbe stata comunicata la cosa.

Contattato telefonicamente il diretto interessato ha scelto, decisamente quanto cortesemente, di non voler rilasciare alcuna dichiarazione. Allora ci dobbiamo attenere alle voci. Queste parlano di una grande insofferenza che serpeggia nella base del partito. Sì, perché i rumors dicono che sarà un pugliese l’ennesimo commissario in Calabria e la scelta non è per niente casuale. Salvini pare abbia tutta l’intenzione di indicare lui il futuro candidato presidente alla Regione Puglia. Per farlo allora ha bisogno di consolidare, anche sotto il profilo dei consensi alle imminenti europee, il gruppo dirigente di quella regione. Se questi ragionamenti corrispondono alla realtà allora è normale che i leghisti calabresi si siano stufati di essere utilizzati come portatori d’acqua, ma soprattutto considerano altamente rischioso un cambio così a ridosso della competizione elettorale. Insomma chi conta nel partito calabrese sta provando a rinviare la decisione almeno a dopo le Europee, per riconoscenza verso il lavoro che ha svolto sinora Saccomanno e anche un po’ per sé stessi. Non è detto però che ci riesca.

Giornalista
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