A Perfidia

Scontro a distanza tra ex magistrati, Ingroia (Isp) attacca De Raho (M5s): «Premiato da Conte per aver ridimensionato Di Matteo»

VIDEO | Le dichiarazioni del candidato di Italia sovrana e popolare sono deflagrate nell’ultima puntata della trasmissione di Antonella Grippo su LaC Tv. Nel mirino dell’ex giudice sono finiti soprattutto i pentastellati: «Il Movimento ha tradito la lotta alla ‘ndrangheta, altro che monopolio della difesa della legalità» (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Claudio Labate
17 settembre 2022
10:35
Antonio Ingroia (Italia Sovrana e Popolare) con Antonella Grippo e Pasquale Motta
Antonio Ingroia (Italia Sovrana e Popolare) con Antonella Grippo e Pasquale Motta

“Non si può morire dentro e sorridersi così” di Gianni Bella, è la freccia musicale che Antonella Grippo scocca all’indirizzo di Enrico Letta all’inizio della terza puntata di Perfidia dal titolo “Alla canna del gas” (clicca qui per rivedere la puntata), che vale tanto per i cittadini ormai oberati dal caro energia quanto per i partiti che faticano a riguadagnare il loro primato e la loro autorevolezza tra i vari strati della popolazione.

Ingroia (Isp): «Ai 5 stelle il monopolio del tradimento della lotta alla ‘ndrangheta»

Il dibattito sempre vivo e scoppiettante – animato in studio da Antonio Tajani (Forza Italia), Pierluigi Bersani (Articolo 1), Antonio Ingroia (Italia Sovrana e Popolare), Bobo Craxi (PD), Tilde Minasi (Lega) e Dalila Nesci (Impegno Civico) - partorisce una nuova bomba destinata a deflagrare in questa strana campagna elettorale. In studio anche il giornalista di LaC News24 Pasquale Motta.


A dare il là, ci ha pensato come sempre l’autrice e conduttrice del programma. “I 5 stelle in Calabria hanno puntato su due magistrati perchè, dice Conte, hanno il monopolio della lotta alla ‘ndrangheta”. La Grippo stuzzica così Antonio Ingroia, candidato per Italia Sovrana e popolare, e l’ex magistrato non si fa pregare: «Io direi che i 5 stelle hanno il monopolio del tradimento della lotta alla ‘ndrangheta. Il Movimento 5 Stelle ha fatto una serie di dietrofront, di cambiamenti di posizione, proprio nel momento in cui è entrato al governo, perché fintanto che stava all'opposizione strepitava, attaccava tutti gli altri partiti che erano troppo morbidi nei confronti della mafia.
Quando poi sono andati al governo ed hanno conquistato il Ministero chiave della Giustizia con Bonafede, le cose sono cambiate. E potremmo fare tanti esempi. Possiamo fare l'esempio degli allentamenti del carcere duro nei confronti degli ergastolani, e potremmo ricordare il tradimento nei confronti del mio amico ed ex collega Nino Di Matteo a cui hanno promesso di tutto e non hanno mantenuto niente».

Ingroia (Isp): «De Raho ha ridimensionato Di Matteo perché indagava sulle stragi»

Grippo incalza, fiuta la notizia. “Chi l’avrebbe perpetrato il tradimento?” «Quando ancora era capo dei 5 stelle Luigi Di Maio gli ha promesso che avrebbe fatto il Ministro dell'Interno», replica secco Ingroia che più in generale si riferisce ai vertici del Movimento, quindi Di Maio, e a Conte, allora presidente del Consiglio e Bonafede ministro alla Giustizia, che avevano promesso apertamente a Nino Di Matteo si essere capo del Dap – quindi capo dell'amministrazione penitenziaria - proprio per la sua conoscenza, competenza e intransigenza sul carcere duro, ma improvvisamente «c’è stato il voltafaccia».

«Oggi – rimarca l’ex magistrato - il Movimento 5 Stelle cerca di recuperare il terreno proprio per il tradimento dei suoi ideali».

Ma Ingroia è un fiume in piena. E non risparmia le candidature di Federico Cafiero De Raho e Roberto Scarpinato del quale Ingroia è molto amico. Ma oltre l’amicizia ci sono anche le riflessioni politiche. Ed ecco che Ingroia ingrana la quinta: «Poco prima che lui ufficializzasse la sua candidatura, ho detto le stesse cose che ho detto qui a Perfidia, argomentando sul fatto che ritenevo poco coerente con la sua storia accettare la candidatura coi 5 Stelle che proprio sulla questione della lotta alla mafia ha fatto questo dietrofront.

Per la verità anche avere candidato Cafiero De Raho non è stata un'altra mossa in linea con l’intransigenza nella lotta contro la mafia, perchè proprio De Raho da procuratore nazionale antimafia è colui il quale ha estromesso Nino Di Matteo dal pool che indagava sulle stragi, ma non ha mai spiegato il perché, ma ha preso a pretesto una presunta intervista imprudente di Di Matteo. Ma certo è che, a mio parere, la colpa di Di Matteo è aver indagato sulla trattativa Stato mafia, tema che non deve essere toccato. Cafiero De Raho ha ridimensionato Di Matteo e il Movimento 5 Stelle lo premia. Non mi pare una cosa politicamente in linea».

 

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