Stasi: «È tempo di riaprire la partita sulla provincia della Sibaritide. Regionali? Sono disponibile ma per un modello di Calabria diversa»
VIDEO | Il sindaco di Corigliano Rossano ospite di Pier Paolo Cambareri ha trattato argomenti sensibili come le infrastrutture («Rfi con la collaborazione di Occhiuto non vuole realizzare l'alta velocità») e la politica («Non dobbiamo sostituire il governatore con la sua brutta copia»)
Le ambizioni di riscatto di un territorio considerato tra le aree più produttive della Calabria, con una storia ultrasecolare ed eccellenze uniche nel campo dell’agricoltura. Al centro di Dentro la notizia, il progetto per l'istituzione della provincia della Sibaritide. Ne abbiamo parlato nel corso della trasmissione (clicca qui per rivedere la puntata) a cura di Pier Paolo Cambareri, con il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi: «Non è un'idea nuova - esordisce - ad essere onesto. Credo però che questo sia il momento di proporla e non tanto per una rivendicazione di carattere autonomista o campanilista».
La rivisitazione della legge Delrio: «È tempo della Provincia della Sibaritide»
Per il primo cittadino di Corigliano Rossano, infatti, i tempi sono maturi: «Si è aperta una discussione e anche tra quanti un tempo votarono la legge Delrio (che riformò gli enti locali), con la quale di fatto le Province furono svuotate delle loro funzioni». Ora, invece, si è compreso che gli organi intermedi tra Comuni e la Regione servono. Specie in un comprensorio vasto, come quello della Provincia di Cosenza, che abbraccia area Tirrenica e Ionica: «Il tema è quello di capire se un ulteriore ente intermedio può efficientare entrambi i versanti», in un’ottica «di miglioramento dei servizi. Io credo di sì».
La discussione, per il sindaco Stasi, riguarda tuttavia “il modello” che si intende perseguire, in un contesto che ha mirato negli ultimi anni a centralizzare: «Pensiamo all’accentramento delle aziende sanitarie, dei Consorzi. O all’abolizione delle comunità montane in virtù degli organismi regionali. È servito a qualcosa? I bilanci sono a posto? Non mi pare. Neanche i servizi sono migliorati». Per il primo cittadino non ci sono dubbi: «La Calabria non è la Toscana o l’Emilia Romagna», non ha «quell’orografia, quel tessuto infrastrutturale né quella densità abitativa».
L’analisi prosegue: «Le istituzioni a cosa servono se non come strumenti per migliorare la qualità della vita di cittadini? Ecco io credo che in questo quadro nel territorio della Sibaritide e del Pollino possa essere utile l'istituzione di un organismo intermedio che gestisca meglio e in maniera più efficiente i servizi e le funzioni che gli vengono delegate, che abbia una sua politica di pianificazione, cosa che purtroppo non ha mai avuto». E proprio attraverso questi strumenti «si possa incidere su quei servizi in cui l’area è storicamente penalizzata. Servizi che non servono solo ai cittadini di Corigliano-Rossano, Castrovillari, Rocca Imperiale o Cariati ma servono alla Calabria». Per il sindaco Stasi «aumentare la competitività della Sibaritide significa accrescere la competitività della Regione».
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L'insediamento industriale proposto da Baker Hughes al porto: «Si, ma con degli accorgimenti»
In merito al caso Baker Hughes, il sindaco evidenzia: «Oggi abbiamo un porto, quello di Corigliano Rossano, dove non c'è una pianificazione. Cioè sulle banchine 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7 non si sa che cosa si vuole fare, cosa si vuole sviluppare. Il nostro compito non è quello di fare pratiche ma pianificare affinché gli effetti positivi vengano raccolti dopo anni. Dicono che nel porto non c'è niente. Certo che non c'è niente, perché non c'è nessuna pianificazione, ma ciò non significa che qualsiasi cosa si prospetti viene va bene».
La Baker Hunghes «è un’azienda seria, con loro ho interlocuzioni serie. Però dovrebbe impiantare tutta la propria produzione sulla panchina non occupando un terzo del Porto. Il tema non è se uno è favorevole o sfavorevole, chi non è favorevole a un insediamento di un'azienda? Però è davvero impossibile spostarsi di 50 metri, nella zona industriale, lasciando mano libera alla pianificazione dello scalo?».
Il futuro del sito della centrale Enel: «Con un colpo di spugna cancellati 15 milioni di investimenti Pnrr»
Tra i temi affrontati, anche la spinosa questione della centrale Enel che si sarebbe potuta riconvertire a idrogeno: «Il colpo di spugna a 15 milioni di finanziamento a valere su fondi Pnrr, è stata una vergogna nazionale. Si è trattato di un cambio di strategia, legittimo, ma che ha mortificato gli sforzi di Comune, forze sindacali, e anche della Regione». L’obiettivo minimo è quello di smantellare: «È una partita aperta. Speriamo che l’azienda possa riemergere e possa tornare a investire anche se al momento è molto concentrata a colmare i debiti».
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Statale 106: «Una strada a impatto zero non esiste»
Un passaggio ha riguardato la statale 106 e la tratta tra Sibari e Rossano: «All’inizio il percorso proposto era impensabile, non era prevista neanche un’opera compensativa per la città. Abbiamo poi lavorato a lungo con Anas. Interlocuzioni continue sul piano tecnico, politico, sul piano dell’integrazione della città, condensate in un verbale dello scorso anno». Un confronto che ha permesso di migliorare il percorso anche se «una strada a impatto zero non esiste», ha precisato il sindaco.
«Abbiamo aperto altre interlocuzioni anche in vista di alcune tematiche sollevate di recente a causa degli espropri dai proprietari terrieri che legittimamente hanno deciso di far ricorso al presidente della Repubblica, forse anche per evitare percussioni di carattere giudiziario-amministrativo. Un maggiore confronto sulle osservazioni proposte sarebbe stato necessario».
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«Il no al nodo di Tarsia è un trucchetto di Rfi per non realizzare l’alta velocità in Calabria in collaborazione con Occhiuto»
«La battaglia sull’alta velocità ed il nodo di Tarsia - spiega ancora Stasi sul tema infrastrutture - non riguarda solo la Sibaritide. L’area tirrenica merita il potenziamento del servizio ma la rabberciata della linea tirrenica non è alta velocità. Non realizzare il nodo di Tarsia è un trucchetto di Rfi per non realizzare l’alta velocità alta capacità in Calabria in collaborazione col governatore che a Corigliano Rossano vuole decidere cosa fare del porto, a Cosenza vuole decidere dove fare l’ospedale e tra un po’ vorrà decidere anche l’arredo di casa mia. Però sull’alta velocità dice che non può fare niente perché decide Rfi. Ma quando mai Rfi definisce qualcosa che non provenga dalla politica? Occhiuto sull’argomento non dice una parola».
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«Il nodo di Tarsia era l’unico strumento possibile per realizzare l’alta velocità in Calabria. In un solo punto si concentra la Sibaritide, la valle del Crati, dell’Esaro, l’area urbana di Cosenza: un bacino potenziale di 600mila persone, tutti calabresi che oggi non utilizzano i treni ad alta velocità. Si potenzierebbe l’utenza di un servizio – significa sostenibilità e competitività – ma non si agisce per pregiudizio, per mancanza di visione. Quella dell’alta velocità ferroviaria è una battaglia che riguarda tutta la Calabria».
«Regionali? La mia figura a disposizione in un modello di Calabria diversa»
«Costruire l’alternativa a Occhiuto? La mia figura – risponde subito Stasi in conclusione di puntata sulle questioni politiche calabresi – è a disposizione ma in un modello di Calabria diverso, perché non dobbiamo sostituire Roberto Occhiuto con un'altra brutta copia, meglio tenere l’originale. Bisogna impostare una proposta di Calabria diversa, ad esempio, rispetto agli ultra-accentramenti amministrativi di questo governo della Regione. Il mio futuro lo vedo da sindaco, continuerò a fare il sindaco ma ciò non significa che mi disinteressi della partita. Voglio offrire il mio contributo e partecipare attivamente alla costruzione di una Calabria diversa. In questo solco si può contare non sulla mia figura personale ma sul modello che abbiano costruito a Corigliano Rossano e che ha la sua eco fuori dalla nostra città. Tutto questo, però, deve essere finalizzato a cambiare le cose. Se sarò l’alter ego del presidente della Regione non saprei – conclude il sindaco di Corigliano Rossano – di certo non lo sarò se le cose andranno contro l’interesse dei miei concittadini e dei calabresi».