Il neo sottosegretario di Stato con delega al Sud snocciola i dati degli ultimi tre anni di governo: «Il Pil del Mezzogiorno è all’8,6% e gli occupati stabili sono 142mila». E dà la sua ricetta per lo sviluppo: «Infrastrutture, sanità, investimenti»
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«Se il Mezzogiorno non viene stabilmente incluso nelle dinamiche di crescita economica, di coesione e sviluppo, senza guadagnare allo sviluppo le aree interne e le aree depresse, ogni tentativo di mettere in campo l'intero paese e l'Europa per competere in un mondo sempre più globalizzato, sarà vano».
Così Luigi Sbarra, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega al Sud, ha parlato in termini positivi di consapevolezza ormai sedimentatasi tra le forze di governo rispetto alle dinamiche dello sviluppo e del rilancio del Mezzogiorno. L’ex numero uno della Cisl ha partecipato al panel “Sud motore dell’Italia” coordinato da Francesco Cannizzaro insieme al ministro Elisabetta Casellati, al senatore Claudio Lotito, anche segretario regionale azzurro in Molise, e Pietro Pittalis, deputato e coordinatore sardo di Forza Italia.
Sbarra che ha ringraziato Tajani e Cannizzaro per l’invito ricevuto, non ha sfiorato la vicenda politica di Occhiuto, ma ha offerto alla platea in un lungo intervento alcuni dati che dimostrerebbero la bontà dell’azione del Governo Meloni verso il Mezzogiorno, presentandoli come la vera novità di questi ultimi tre anni, convinto che il Sud non solo determina la ripartenza delle sue comunità, ma addirittura l'anticipa rispetto ad altre aree del paese. «Negli ultimi tre anni coincidenti con l'esperienza del governo di centrodestra, le dinamiche di crescita e di sviluppo del Sud sono assolutamente positive come mai registrato negli ultimi decenni», dice snocciolando i dati provenienti dall’Istat e dallo Svimez.
«Negli ultimi tre anni il Pil del Mezzogiorno cresce dell'8,6% mentre nel resto del paese non va oltre il 5,5%. Il secondo dato, l'occupazione al Sud, si alza come non mai, superando anche qui in valori assoluti la crescita dell'occupazione nel resto del paese: 142mila occupanti in più al Sud nell'ultimo anno, la stragrande maggioranza con contratti di lavoro a tempo indeterminato e con una dinamica di riduzione dei contratti a termine. E c'è chi ancora dice che bisogna combattere il precariato».
Il terzo elemento che certifica il buon governo di Giorgia Meloni, per Sbarra, è rappresentato dalla ripartenza degli investimenti che «negli ultimi tre anni, superano il 50% rispetto agli anni precedenti». Il che significa per il Sottosegretario che quando si attivano politiche pubbliche, mirate, efficienti, reali, il Sud risponde ed è questa la via da seguire.
Sbarra offre anche una ricetta: «Dobbiamo consolidare tutto questo e migliorarlo ancora, agendo sui cosiddetti fattori della crescita e dello sviluppo, quindi noi dobbiamo rafforzare questo trend di ripartenza del Mezzogiorno che significa giovani che restano, donne che tornano a lavorare e territori che si rianimano. Sentivo i sindaci, oggi c'è questa paura dell'andamento demografico che rischia di spopolare molte aree interne, più che accompagnarli verso un declino inarrestabile, Forza Italia e il governo sono convinto che faranno ancora di più per far rivivere le zone interne, per aiutare i processi di ripopolamento, utilizzando anche lo smart working, il lavoro da remoto, creando le condizioni di investimenti sulla mobilità, sui trasporti, sulla sanità, sulla scuola, sulla formazione».
Per Sbarra insomma bisogna agire su quattro assi, intanto costruendo una visione strategica unitaria, coordinata, strutturale e di lungo periodo. «Quello che è mancato al sud negli ultimi 20-30 anni» dice amaramente, invitando tutti a ragionare, così come sta facendo il governo di centrodestra, su una visione di lungo periodo, sistemica, coordinata, integrata, che tenga insieme le regioni e i territori, le grandi aree urbane e le zone interne e che faccia sistema.
Per lui, occorre «chiedere, come giusto che sia, che al Sud ci siano risorse certe, perché senza soldi non si cantano messe». E le risorse – rimarca il sottosegretario - oggi ci sono: «Abbiamo le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quasi 90 miliardi, abbiamo quasi 40 miliardi o più dei Fondi di sviluppo e coesione, quindi risorse certe, così come sono. Infine, io sono convinto che si debba fare di tutto per accelerare la messa a terra degli investimenti».
Sbarra dal canto suo lamenta troppi ritardi e troppa lentezza nella struttura burocratica e amministrativa, e invoca anche una sorta di responsabilizzazione di chi è deputato a gestire quelle risorse.
«Il Sud oggi esprime tanto coraggio anche nella battaglia contro la criminalità organizzata – ha poi aggiunto Sbarra -, perché negli ultimi anni è maturata, si è alzata una coscienza civile che non ha paura e non ha timore di schierarsi con lo Stato contro le forze dell'antistato».
Nella strategia illustrata da Sbarra c’è anche la necessità di indicare alcune priorità.
«Forti investimenti sulle infrastrutture, significa autostrada, strada, ferrovia, alta velocità, significa porti, aeroporti, significa logistica intermodale, significa messa in sicurezza dei nostri territori perché abbiamo una condizione di fragilità dei territori, soprattutto sotto l'aspetto della vulnerabilità»
Sbarra: «Alta velocità? Quanto infantilismo politico…»
«Quanto infantilismo politico in giro, fatemelo dire. Quanto infantilismo di chi dice occhio perché il governo sta scippando le risorse dell'alta velocità, capacità ferroviaria da Salerno a Villa San Giovanni e poi verso la Sicilia. Non si leggono le carte. Andrebbero querelati per procurato allarme sociale».
Così invece ha inteso rispondere alle ultime polemiche circa il taglio per oltre 9 miliardi di fondi dal Pnrr per l’alta velocità in terra di Calabria. Lo fa con decisione.
«Sull'alta velocità da Salerno a Reggio ci sono tre lotti. Il primo già finanziato con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza da Battipaglia a Carmagnano. Altri due, Carmagnano-Praia e Praia-Paola, attraverso fondi complementari ed altri provvedimenti di legge. Quindi nessuno scippa, ma un orientamento del governo di continuare a lavorare per portare l'alta velocità sino a Villa e farla proseguire verso la Sicilia».