L’ex presidente critica le dimissioni del candidato di centrodestra e vede nell’eurodeputato una candidatura forte, capace di invertire la dinamica dell'astensionismo. Bocciato lo slogan “In 4 anni più che in 40”: «È involontariamente comico»
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Entra nel vivo la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria. Quando mancano pochi giorni alla presentazione delle liste, abbiamo chiesto il parere dell'ex presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, in merito alle proposte elettorali in campo. Secondo l'ex senatore, la scelta operata dal presidente Occhiuto di dimettersi per riportare la regione alle urne ha determinato «una sorta di sconvolgimento nei calabresi» perché «lasciare la regione inattiva e senza governo per quattro mesi, oltretutto per questioni personali, una regione che è già ultima di suo, è un fatto grave» che, secondo Loiero, avrà delle ripercussioni a livello elettorale. Ma tutto ciò, secondo l'esponente di centrosinistra, non è l'unico problema che il presidente uscente dovrà affrontare.
Presidente Loiero, come giudica le proposte politiche in campo?
«Credo che per il presidente uscente, non sarà una partita facile, o almeno non semplice quanto lui stesso auspicava».
Si spieghi meglio…
«La candidatura di Tridico rappresenta un problema per Occhiuto. Tridico è un personaggio che ha una storia particolare, molto bella. Viene da una famiglia umilissima e ha fatto il lavapiatti in Germania per reggersi agli studi. È un professore universitario, è stato tra i fautori del Reddito di Cittadinanza, è stato presidente Inps, promette anche un reddito di dignità da portare avanti attraverso i fondi europei. Insomma, è un osso duro. Non sarà semplice come credeva all'inizio Occhiuto. Molti calabresi ci stanno pensando».
Si ma seconde lei, chi è il favorito?
«Secondo me alla fine la scelta sarà su Tridico. Le liste del centrodestra posso anche essere più competitive di quelle del centrosinistra ma in una battaglia regionale, la vittoria va al presidente che convince di più i propri corregionali».
Passiamo alla comunicazione politica. "In 4 anni più che in 40" è lo slogan scelto da Occhiuto per la campagna elettorale. Che ne pensa? Crede che la storia del regionalismo di cui lei è stato apicale espressione, sia tutta da cestinare?
«Occhiuto, in questo caso, sfocia in una deriva di comicità involontaria che è quella più perniciosa perché inconsapevole. Ma come si può dire una cosa del genere? Si sono alternati 19 presidenti e circa 100 assessori negli ultimi 40 anni, di ogni estrazione politica, quindi anche di centrodestra. Lui li ha superati tutti? È una folgore?»
Più in generale, crede che le proposte politiche in campo possano incidere a riportare i calabresi alle urne e frenare l'astensionismo?
«Io penso, forse ottimisticamente, che molta gente ormai abituata ad astenersi dal voto, a fronte di una proposta politica come quella del centrosinistra che candida un signore che si è occupato del reddito di cittadinanza, in una regione segnata dalla povertà, tornerà a recarsi alle urne. Va sottolineato che ci sono state anche dinamiche negative che hanno riguardato il reddito di cittadinanza. Forse non avevamo neanche gli strumenti per controllarlo fino in fondo. Ma credo che tutta quella gente povera che non va più a votare, che rappresenta un numero ingente in Calabria, potrebbe riavvicinarsi alla democrazia. E questo rappresenterebbe, di per sé, un dato positivo».