Eccellenze

È calabrese la dottoressa che ha trattato per la prima volta il tumore ai polmoni con la chirurgia robotica

Oggi ha registrato già oltre 3mila operazioni con l'utilizzo del robot. La storia del medico di origine cosentina di cui si parla in tutto il mondo

di Franco Laratta
3 ottobre 2022
14:21
Franca Melfi (foto da Vanity Fair)
Franca Melfi (foto da Vanity Fair)

Chi è Franca Melfi di cui tanto si parla negli ambienti scientifici internazionali?
La professoressa Melfi nasce nel 1959 in Calabria, a Cosenza. Ha vissuto e studiato ad Oriolo Calabro. Laureata a Pisa in Medicina e chirurgia, specializzata sempre a Pisa in Chirurgia toracica.
E di straordinario c’è che è la prima al mondo ad aver trattato il tumore ai polmoni con la chirurgia robotica toracica.

La professoressa Melfi sin da bambina aveva il forte desiderio diventare medico. Ma questo in famiglia lo consideravano come un sogno irrealizzabile. Eppure lei, testarda come ogni buon calabrese, non si è mai arresa.
Si trasferisce a Pisa dove studia medicina, per poi specializzarsi in chirurgia toracica. Successivamente si occupa di chirurgia robotica all'ospedale della città.
Reazioni fredde all’epoca del mondo scientifico, anche perché nessuno in Europa pensava avesse senso investire in questo campo. Ma lei resiste e va avanti.


Nel 2001 è in assoluto la prima persona al mondo a sfruttare la chirurgia robotica per trattare un tumore polmonare. E da allora ha registrato oltre 3000 operazioni con l’utilizzo del robot.
Poi diventa tutor a livello europeo per la chirurgia robotica toracica. Ed è convinta che sia necessario estendere l'uso dei robot anche in altri campi. Perché è proprio questo il futuro.
Nel 2012 nasce a Pisa il più grande centro europeo di chirurgia robotica in una struttura pubblica, con l'obiettivo di formare i chirurghi del futuro. Oggi è considerata una delle pioniere della chirurgia robotica toracica. Numerosi i riconoscimenti internazionali che le vengono assegnati.

Per la professoressa «la chirurgia robotica è cambiata tantissimo. E siamo solo agli inizi. Inizialmente era uno strumento che utilizzavamo alla stregua di un bisturi: era una macchina che ci permetteva elementi migliorativi in termini di visione e mininvasività, ma era ancora in qualche modo rudimentale. Oggi le piattaforme che abbiamo sono già programmate e sviluppate per integrare tutto quello che viene definito digitale».

Certamente questo tipo di chirurgia ormai ha abbattuto le barriere e i soffitti di cristallo.
«Nelle ultime due settimane- ha detto a Margherita Lopes di Fortune Italia- ho operato due giovani donne: una di 36 e una di 31 anni, asportando in un caso due lobi polmonari e nell’altro uno. Ebbene, vedere la felicità di queste donne e il fatto che si siano riprese subito e abbiano conservato il loro aspetto è una fantastica conquista. La toracotomia, infatti, è estremamente invalidante».
Di Franca Melfi si parla in Europa e anche negli Stati Uniti. E proprio in America è stato inventato il robot Da Vinci che per la professoressa è un po’ come se fosse la sua ombra riflessa in sala operatoria, quasi un prolungamento delle sue mani e dei suoi occhi sulla parte malata del paziente.

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