Il cancro al pancreas si combatte con l'intelligenza artificiale

Lo studio internazionale, di impronta italiana, ha evidenziato che il test CompCyst può aiutare a discernere tra cisti benigne e maligne permettendo quindi di evitare inutili interventi di rimozione

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di Andreina Morrone
18 luglio 2019
14:37

L’intelligenza artificiale come possibile alleata della prevenzione di alcuni tumori del pancreas. E’ quanto fanno presagire alcuni test, basati su di essa, in grado di discernere tra cisti benigne e maligne nel pancreas, permettendo quindi di evitare inutili interventi di rimozione.

Lo studio

La promessa arriva da uno studio internazionale, condotto anche grazie al corposo contributo italiano (delle strutture Centro di Ricerca Arc-Net dell'Università di Verona, Irccs San Raffaele di Milano, Ospedale Sacro Cuore - Don Calabria, Negrar), coordinato da ricercatori del Johns Hopkins Kimmel Cancer Center.


«L'intelligenza artificiale - spiega in un'intervista all'ANSA Aldo Scarpa, direttore del Centro di ricerca ARC-Net dell'Università di Verona - analizza le alterazioni molecolari e genetiche del tessuto o del fluido della cisti, unitamente alle informazioni cliniche ecografiche, radiologiche e anatomopatologiche che individuano una serie di parametri indicativi della natura della cisti stessa».

Prematuro però abbandonarsi a facili entusiasmi perchè, come sottolinea ancora Scarpa, «è ancora tutto in divenire, siamo all'inizio di questa era, anche se ci aspettiamo che l'intelligenza artificiale ci aiuterà moltissimo nel prossimo futuro nel decidere come comportarci con i pazienti».

Il test CompCyst

Pubblicato dalla rivista Science Translational Medicine, il test è stato battezzato 'CompCyst' (comprehensive cyst analysis) e la sua validità è stata verificata su 862 cisti pancreatiche rimosse chirurgicamente e analizzate con biopsie.

Dallo studio è emerso che CompCyst è molto affidabile nel riconoscere cisti benigne che non devono essere rimosse.

In particolare, nel campione esaminato CompCyst avrebbe potuto evitare dal 60% al 74% degli interventi di rimozione di cisti giudicati poi non necessari a posteriori (dopo l'esame istologico della cisti rimossa). Adesso si tratterà di studiare ulteriormente la sua affidabilità su una più ampia casistica di cisti e di valutare con studi a lungo termine se il verdetto espresso da questo test sarà poi corretto o meno.

 

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