Vaccino anti-coronavirus, Arcuri: «Prime dosi a ospedali e residenze per anziani»

Il commissario per l'emergenza inizia a stilare il piano vaccini chiedendo alle Regioni di individuare strutture idonee per conservare e somministrare il siero

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di Redazione
19 novembre 2020
07:08

Il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri si porta avanti e inizia a muovere i primi passi nella predisposizione del piano vaccini, con una mail, inviata ai presidenti delle Regioni e, per conoscenza, ai ministri della Salute e degli Affari regionali. «Come noto - si legge nella comunicazione resa nota da Adnk- l'Italia ha aderito all'iniziativa dell'Ue per l'acquisto del più ampio portafoglio possibile di vaccini» e i primi «potrebbero essere disponibili già a partire dai primi mesi del prossimo anno».

Le prime dosi di vaccino

«In particolare - scrive Arcuri - il vaccino Pfizer, il cui iter di validazione sembra essere, ad oggi, il più avanzato, permetterebbe all'Italia di disporre già dal fine gennaio 2021 di circa 3,4 milioni di dosi da somministrare a 1,7 mln di persone. È necessario, pertanto, scegliere il target di cittadini a cui somministrare le prime dosi disponibili».


Ospedali ed rsa

Su questo, il commissario non ha dubbi: «Appare prioritario - scrive - salvaguardare quei luoghi che nel corso della pandemia hanno rappresentato il principale canale di contagio e diffusione del virus», a partire da «gli ospedali e i presidi residenziali per anziani».

 

Le Regioni devono iniziare a lavorare sul piano vaccino anti-Covid, iniziando già ora a individuare le strutture più idonee. «Al fine di definire il piano di fattibilità di questa prima fase di somministrazione - si legge nel testo - è necessario che le regioni da Voi presiedute individuino, in ogni provincia, idonee strutture capaci di rispettare i vincoli sovraesposti quanto alle caratteristiche di consegna, di conservazione e di somministrazione».

Il ruolo degli ospedali

Entro il 23 novembre le Regioni devono comunicare «per ogni provincia, il numero e la denominazione dei presidi ospedalieri all'interno dei quali si ritiene utile che il vaccino venga consegnato e somministrato; tale presidio ospedaliero dovrà essere in condizione di vaccinare almeno 2.000 persone» o «più persone ma con multipli di 1000 in 15 giorni». Per ogni presidio ospedaliero così individuato «il numero di personale operante al suo interno, a qualunque titolo; il numero di personale sanitario e sociosanitario operante nel territorio, che potrà raggiungere il presidio ospedaliero in non più di 30-60 minuti; la disponibilità al loro interno di congelatori» con caratteristiche tali da consentire la conservazione del siero ed il «relativo volume di spazio disponibile».

La conservazione del vaccino

«Le caratteristiche di consegna di questo primo vaccino prevedono, per garantire la sua integrità, che questo sia consegnato esclusivamente dal fornitore direttamente ad ogni punto di somministrazione (in apposite borse di conservazione contenenti, al massimo, 5 scatole da 975 dosi ciascuna). Le caratteristiche di conservazione - scrive Arcuri - inoltre, di queste prime dosi di vaccino, prevedono che lo stesso possa essere mantenuto per: 15 giorni dalla consegna nelle borse di conservazione del fornitore; 6 mesi, qualora si disponga di celle frigorifere a temperatura -75°C+-15°C».

 

Il vaccino deve infine essere «utilizzato al massimo entro 6 ore dall'estrazione dalle borse o dalla cella di conservazione. Si consideri inoltre che ogni fiala di vaccino contiene 5 dosi».

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