Sanita’ Calabria

Il “miracolo” del bilancio in positivo era un’illusione: «310 milioni in più ma spesi solo in parte»

Il verbale del Tavolo Adduce svela l’arcano. Nel 2021 la Calabria ha potuto beneficiare di più risorse che però non sono state pienamente utilizzate per l'erogazione dell'assistenza sanitaria. Male l’arruolamento di nuovo personale: si assume solo in forma precaria (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Luana  Costa
17 luglio 2022
06:31

La Calabria al quarto trimestre del 2021 riesce a riportare i conti della sanità in positivo. Apparentemente una buona notizia ma così non è per i tecnici dei due ministeri affiancanti che al contrario bollano il risultato come l’effetto «di una non corretta gestione delle risorse assegnate dallo Stato per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza».

La verifica in due tappe

Il dato è contenuto nell’ultimo verbale del tavolo interministeriale tenuto in due tappe. La prima volta i tecnici hanno convocato il presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, il 26 aprile e successivamente ancora il 18 maggio ma per ragioni strettamente connesse ai ritardi accumulati dalla Calabria nella trasmissione dei dati a Roma.


Ultima regione a trasmettere i dati

La Cittadella ha infatti trasmesso le informazioni contabili relative al quarto trimestre 2021 il 4 aprile del 2022, «ultima regione italiana a depositare i dati contabili relativi al consolidato regionale» bacchettano i tecnici del ministero che poi rilevano «l’estremo ritardo con cui vengono depositati i dati contabili e con cui viene messa a disposizione di questi Tavoli tecnici la documentazione necessaria ad una corretta istruttoria, con oltre un mese di ritardo rispetto alle scadenze comunicate in sede di convocazione (17/03/2022). Tale ritardo nell’invio della documentazione (peraltro non trasmessa secondo i format richiesti) non permette una compiuta istruttoria da parte di questi Tavoli tecnici».

L'apparente saldo positivo

È questa la vera ragione per la quale la prima riunione di verifica è stata poi aggiornata al successivo 18 maggio, data in cui la Calabria esce dai palazzi romani con un risultato positivo in mano, ovvero un parziale riequilibrio nei conti. Al quarto trimestre 2021 si registra una inversione di tendenza, il bilancio torna in attivo di 68 milioni di euro ma per effetto di due fattori. «La copertura del disavanzo pregresso è stata possibile grazie a una maggiore disponibilità di risorse del 2021 e al ritardo degli interventi che avrebbero dovuto essere messi in atto per l’erogazione dell’assistenza sanitaria» sentenziano lapidari i tecnici dei due ministeri.

Fiumi di denaro non spesi

Conti alla mano, la Calabria nel 2021 ha beneficato di «circa 310 milioni di euro in più rispetto ai costi incrementali registrati nel periodo 2019-2021» si legge nel verbale delle due riunioni. In primo luogo, è aumentata l’assegnazione del Fondo sanitario regionale «112 milioni di euro in più rispetto al 2020 scontando il saldo di mobilità interregionale. Sono state erogate ulteriori risorse per il Covid nel 2020, incluso il contributo di cui al DM 16/07/2021 per 121,615 milioni di euro (116,338 + 5,277). Sono state erogate ulteriori risorse per il Covid nel 2021 per 93,777 milioni di euro (56,296 + 37,481)».

Fondi covid

Insomma, il riequilibrio è ancora ben lontano dall’essere stato raggiunto per una corretta gestione dei conti, al contrario, per la mancata spesa della mole di denaro inviata da Roma in Calabria. Nel verbale, infatti, si mettono in fila le innumerevoli criticità. In primo luogo, la parziale spesa dei finanziamenti per l’emergenza covid che risultano ancora accantonati in bilancio per il 46%. «I Tavoli prendono atto di quanto verificato dal competente ministero della Salute e registrano accantonamenti effettuati sul quarto trimestre 2021 pari a 25,660 milioni di euro, a fronte di un finanziamento Covid 2021 di 56,296 milioni di euro».

Gestione del personale critica

Ma al netto del flusso di denaro, resistono ancora evidenti storture nella gestione del personale. Prova ne sono gli ultimi avvenimenti registrati al presidio ospedaliero di Polistena e anche nelle altre strutture sanitarie regionali. «Tavolo e Comitato evidenziano ancora una volta le fortissime criticità in ordine al reclutamento del personale del servizio sanitario regionale e il rilevante depotenziamento degli organici amministrativi. Invitano nuovamente il commissario ad acta ad assumere tutte le iniziative del caso per il reclutamento del personale».

Sanitari precari

Secondo i dati contenuti nel verbale, dal 2019 al 2021 si è evidenziata una contrazione dei costi sostenuti per il reclutamento di personale a tempo indeterminato (-1%), numeri che fanno il paio con un netto incremento della spesa per l’assunzione di personale a tempo determinato, schizzato a +50% «che tuttavia impatta in modo marginale sul costo complessivo» aggiungono i tecnici del ministero che dichiarano di restare «in attesa con urgenza delle iniziative commissariali in merito e ricordano che andrebbe opportunamente valutata la gestione centralizzata delle procedure assunzionali. Si richiama anche quanto disposto in merito dalla legge regionale 32/2021 che istituisce Azienda Zero».

Gli adempimenti

Infine, per quel che riguarda la verifica adempimenti la Calabria risulta adempiente sull’anno 2018. «Alla luce del superamento della verifica adempimenti per l’anno 2018, alla Regione possono essere erogate le spettanze residue fino a tutto l’anno 2018, per un importo di circa 96,931 milioni di euro, fatti salvi eventuali necessari conguagli. Risultano criticità per l’anno 2019. Richiamano la struttura commissariale al presidio degli adempimenti per l’accesso alla quota premiale annuale del finanziamento del Servizio sanitario regionale».

Giornalista
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