Matassa intricata

Le magie contabili dell’Asp Cosenza: a settembre dichiarava un avanzo di gestione, oggi vincola 271 mln

La decisione assunta dal commissario straordinario dell’azienda Antonello Graziano per garantire l’erogazione dei servizi sanitari (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Massimo Clausi
29 marzo 2023
20:00
La sede dell’Asp di Cosenza
La sede dell’Asp di Cosenza

La situazione economico contabile della più grande Asp della Calabria, ovvero quella di Cosenza, è talmente intricata che in merito si può dire tutto e anche il suo contrario. In maniera assolutamente candida.

Così un venerdì di sei mesi fa, a soli tre giorni dalle elezioni politiche, il commissario straordinario dell’azienda, Antonello Graziano, ha convocato la stampa per dire qualcosa di davvero straordinario ovvero che l’Asp cosentina non aveva particolari debiti, anzi piuttosto un avanzo di amministrazione di ben venti milioni di euro. Il dato emergerebbe dal bilancio di previsione 2022 che il manager era riuscito ad approvare a soli tre mesi dalla fine dell’esercizio contabile. Ma si trattava appunto di una previsione in cui il fronte delle entrate era ipotetico, così come sembrava poco certa la partita dei debiti. In particolare quella del contenzioso.


Nei confronti dell’azienda negli anni si è verificato una sorta di assalto alla diligenza con lo scarno ufficio legale assediato da decreti ingiuntivi, pignoramenti, citazioni in giudizio. Un giro talmente vorticoso che nessuno sa quantificare effettivamente la massa passiva dell’Asp. Difatti, dopo qualche mese dalla conferenza stampa, a gennaio, i revisori dei conti bocciavano quel bilancio scrivendo, fra l’altro, che «l’assenza di un consuntivo approvato nel 2021 (e negli anni immediatamente precedenti) impedisce una compiuta analisi di bilancio ed osta alla verifica dell’appropriatezza delle previsioni». 

Di questa circostanza deve essersi persuaso anche il commissario Graziano che in una recente delibera ha cambiato repentinamente idea sui conti della sua azienda.

La delibera è la n° 703 del 28 marzo scorso ed ha come oggetto l’impignorabilità di alcune somme relativamente al secondo trimestre 2023. Il succo è che la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionali le norme che vietano l’impignorabilità delle somme delle Asp e aziende ospedaliere delle regioni sottoposte a Piano di rientro. Come assicurare però i diritti che vantano i terzi verso l’Asp con l’assistenza sanitaria? Ovviamente vincolando una determinata somma per garantire i famosi Lea (livelli essenziali di Assistenza). Il   commissario Graziano nella sua delibera, scrive che il provvedimento è necessario a causa «dell’elevato contenzioso pendente relativo a risarcimenti danni derivanti da colpe professionale e delle cause instaurate dai dipendenti e prestatori d’opera professionali, nonché del contenzioso esistente tra l’Asp e i terzi fornitori, derivante dal mancato rispetto da parte dell’azienda dei termini contrattuali di pagamento, a causa del permanere delle condizioni di assenza di adeguata liquidità» ma anche dalla presenza di «azioni attivate da terzi creditori per ottenere in via giudiziale provvedimenti forzosi a soddisfacimento di crediti verso l’azienda». 

Considerato quindi che mediamente le entrate trimestrali dell’azienda sono circa di 1,2 milioni, il commissario ha deciso di vincolare oltre 271 milioni di euro per questo trimestre per garantire l’erogazione dei servizi sanitari. E l’avanzo di venti milioni di euro che fine ha fatto? Misteri della contabilità sanitaria calabrese.

Giornalista
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