Sanità Calabria

Nuova rete ospedaliera e territoriale, il sindaco di Acri Capalbo scrive a Occhiuto: «Riorganizzazione da rivedere»

Lettera al commissario ad acta del primo cittadino, secondo cui il nosocomio del comune cosentino ai piedi della Sila è stato «mortificato» dalle ultime decisioni in materia di sanità. Tagliati posti letto

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di F.R. S.
14 luglio 2023
11:56
Nel riquadro, il sindaco Capalbo
Nel riquadro, il sindaco Capalbo

La riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, illustrata nelle ultime ore dal commissario ad acta alla Sanità calabrese Roberto Occhiuto, nel corso di una conferenza stampa, è stata accolta con un certo disappunto dal sindaco di Acri Pino Capalbo. L’amministratore del comune nel Cosentino, ha infatti inviato ad Occhiuto una lettera, contenente alcune osservazioni in merito al Decreto n. 198 del 13 luglio 2023, sulla riorganizzazione della rete ospedaliera.

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In base a quanto scrive il primo cittadino, infatti, il nosocomio di Acri verrebbe ulteriormente ridimensionato e dunque «mortificato» con un ulteriore taglio di posti letto e di servizi rispetto al passato.


La missiva indirizzata a Occhiuto, e per conoscenza anche al presidente della Commissione Sanità regionale, Pasqualina Straface, si apre con il sindaco Capalbo che puntualizza come il decreto sulla riorganizzazione della rete ospedaliera e della rete di emergenza urgenza «identifica l'ospedale di Acri come ospedale di zona disagiata con le seguenti discipline Day Hospital, Day Surgery, Medicina generale ed Emodialisi oltre al servizio di Oncologia».

Il primo cittadino di Acri fa notare al commissario ad acta alla Sanità Occhiuto come «l'assetto organizzativo programmato non vede tuttavia alcuna conferma dei posti letto ordinari né alcuna ottimizzazione dei posti di day hospital e day surgery, bensì una sostanziale riduzione degli stessi».

«Il presidio ospedaliero Beato Angelo di Acri – scrive il sindaco Capalbo - passa infatti da 32 posti letto a 26, così ripartiti: medicina Generale 18 posti letto ordinari e 2 in Day hospital, a fronte dei 20 posti letto ordinari e 2 in day hospital precedentemente esistenti; Chirurgia Multidisciplinare 6 posti letto in day surgery rispetto ai 10 posti letto in Day surgery esistenti. Tale riduzione, anche alla luce della delibera dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, n.1419 del 29 giugno 2023, con all'oggetto Relazione Performance anno 2022 e del report dell'Agenas anno 2022 che accertavano, rispettivamente, la prima una percentuale del 104,1% del tasso di utilizzo dei posti letto ordinari, nell'aria medica, percentuale di gran lunga superiore rispetto ad altri presidi identificati come ospedali di zona disagiata, mentre per il secondo l'ospedale di Acri, tra gli ospedali della provincia di Cosenza, era tra quelli in cui si registravano performance di alta qualità nell'area medica, risulta del tutto inspiegabile e iniqua».

Nella missiva a Occhiuto si mette in evidenza anche il vasto bacino d’utenza potenzialmente servito dall’ospedale Beato Angelo. Il nosocomio in questione, infatti, «rappresenta per come ben noto un importante e imprescindibile punto di riferimento per tutti i comuni viciniori con una popolazione di oltre 60mila abitanti, la garanzia dei livelli essenziali di assistenza (Lea) ha sempre visto la coesione di tutta la cittadinanza, forze politiche comprese senza differenza alcuna, in quanto la tutela della salute è obiettivo comune per la verifica dell'assistenza sanitaria effettivamente erogata e per il monitoraggio dell'efficienza ed appropriatezza delle prestazioni sanitarie».

In conclusione della lettera inviata al Commissario ad acta per la Sanità calabrese, il sindaco Pino Capalbo chiede «di voler procedere ad una rivisitazione del decreto, relativamente alla previsione dei posti letto per l'Ospedale di Acri, prima dell'adozione del nuovo atto aziendale, avendo cura di assicurare uniformità di trattamento tra tutti gli ospedali di zona disagiata - tra cui Acri, San Giovanni in Fiore, Soveria Mannelli, Trebisacce, Cariati e Serra San Bruno - e senza discriminazione alcuna a tutela, quindi, del primario e fondamentale diritto alla salute di tutti i cittadini».

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