L’incontro

Ospedale di Gioia Tauro, i cittadini chiedono risposte. L’Asp: «Stiamo lavorando per risolvere i problemi»

Si è discusso delle tante lacune ma anche dei passi avanti fatti per garantire il diritto alla salute nel dibattito che ha visto coinvolte l'amministrazione comunale, l'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, le associazioni e la comunità locale

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di Giuseppe Mancini
25 febbraio 2024
11:42

A Gioia Tauro si è tenuto un incontro importante tra l'amministrazione comunale, l’Asp di Reggio Calabria, le associazioni e la comunità locale, in merito all'utilizzo e alle prospettive dell'ospedale cittadino “Giovanni XXIII”. Ieri sera, dalle ore 17, presso la sala consiliare "Antonino Scopelliti", hanno relazionato il sindaco di Gioia Tauro Aldo Alessio, il direttore generale dell'Asp di Reggio Calabria, Lucia Di Furia, l'architetto dell'ufficio tecnico dell'Asp di Reggio Calabria Pasquale Ferraro e la garante della salute della Regione Calabria Anna Maria Stanganelli. I cittadini presenti in sala hanno chiesto a gran voce fatti e non parole, per risolvere le annose problematiche e garantire così a tutti il diritto alla salute, senza doversi spostare altrove. Un incontro costruttivo, a tratti dai toni anche accesi, in cui si è fatto il punto sulle dotazioni attuali del nosocomio cittadino, sulle mancanze da colmare e sui progetti che ha in programma l’Asp di Reggio Calabria.

«Partiamo da una situazione di disastro sanitario – ha affermato il sindaco di Gioia Tauro Aldo Alessio -. Ogni anno sborsiamo 300 milioni di euro per i tanti cittadini che devono andare fuori regione a curarsi, denaro che potrebbe rimanere in zona per essere investito nella riqualificazione delle nostre strutture. Ci sono pochi medici e lavorano in condizioni precarie. C’è bisogno della collaborazione di tutti per avere miglioramenti. Il diritto alla salute va garantito e l'autonomia differenziata sicuramente non va in questa direzione. Bisognerebbe garantire in tutta Italia lo stesso trattamento sia al nord che al sud. Attualmente nel nostro ospedale ci sono i reparti di medicina, ortopedia, radiologia, ambulatorio di chirurgia, cardiologia, dermatologia, oculistica, ambulatorio di analisi, pronto soccorso e abbiamo ospitato un centro vaccinale, guardia medica e dall' 8 gennaio è operativo un servizio di polizia per garantire sicurezza a chi vi lavora».


«Abbiamo cominciato un percorso lungo e complesso, qualche volta mi scoraggio, siamo ancora tanto indietro. I problemi ci sono, ma stiamo lavorando per risolverli – ha dichiarato il direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria, Lucia Di Furia -. Mi prendo la responsabilità, ma non quella precedente di 20 anni di malasanità. La cosa più difficile e importante è fare squadra. Quando le cose non funzionano bisogna affrontarle e cercare di risolverle. Le possibilità ci sono. Un'azienda sanitaria deve essere solida per dare delle risposte, quindi bisogna incanalare le risorse e non avere sprechi. C’è carenza di personale sanitario, figuriamoci in un posto dove noi ai nostri medici non abbiamo dato neanche i buoni pasto. Abbiamo avviato il processo per dargli ciò che gli spetta e fornire ai nostri professionisti le stesse opportunità che hanno altri in altre aziende. È chiaro che ci piacerebbe fare tutto velocemente, ma non è possibile, spero che la ripresa acceleri, non perdendo ulteriore tempo, rispetto al già tanto perduto. C’è molto da fare, ma remando nella stessa direzione i risultati si portano a casa».

Il direttore generale Di Furia ha espresso soddisfazione per il lavoro effettuato dai medici cubani, informando che ne arriveranno altri 10 tra cui un radiologo. Ha inoltre spiegato che nel presidio ospedaliero ci sono stati 487 ricoveri, persone che hanno così evitato di essere spostate lontane. Dopo la gestione del covid, l’ospedale è stato riaperto e rimesso in pista. Arriveranno altre tecnologie, lavori, attrezzature, e ci si auspica altri professionisti. Per quanto riguarda la situazione oncologica con cittadini costretti a spostarsi in tutta Italia, Di Furia ha spiegato che «l'ospedale di Gioia Tauro non è adibito a fare questo tipo di attività. Il presidio è un ospedale base, il quale prevede la medicina, chirurgia, ortopedia, e poco altro. Ci sono delle regole che dicono che se il cittadino ha un'urgenza, si sposta. Quello che deve avere vicino sono gli ambulatori, la radiologia, laboratorio analisi. La chemioterapia, invece, potremmo farla più vicino a casa. Mi piacerebbe provare a vedere se si può fare a Gioia Tauro oltre che a Polistena. Non c’è un rianimatore per gli interventi chirurgici poiché non è previsto. È previsto che ci sia il medico delle emergenze che deve fare gli interventi minimali, poi se il paziente ha bisogno di altri interventi viene portato altrove. La rianimazione è prevista in strutture ospedaliere Dea di primo livello che svolgono funzioni per patologie più complesse, e sono Polistena e Locri. Questa è l’organizzazione che si è data la Regione».

In merito all’ospedale della Piana, da anni incompiuto e che si dovrebbe realizzare a Palmi, è stato riferito alla presidente dell’associazione Pro Salus Stefania Marino, la quale segue con tenacia le sorti della struttura, che la gestione è affidata alla Regione e che quello che è stato richiesto all’Asp è stato prodotto con solerzia.

È stato raccomandato lo screening del colon retto in farmacia e mammella attraverso chiamata diretta in cui viene detto dove e quando fare l'esame. I servizi sono già attivi per le fasce d'età 50-69 anni. Il direttore Lucia Di Furia è stata elogiata negli interventi del vicesindaco Carmen Moliterno, dei consiglieri Francesca Frachea e Daniela Richichi, dall’ex sindaco di Gioia Tauro Giuseppe Pedà. Tutti ne hanno evidenziato le qualità di ascolto, attenzione, operatività, competenza e disponibilità.

Il tecnico dell’Asp Pasquale Ferraro ha illustrato i vari interventi che riguarderanno il presidio ospedaliero gioiese: «È previsto il potenziamento del pronto soccorso. Con l’intervento denominato “Ospedale sicuro”, avverrà l’adeguamento sismico della struttura, sostenibilità, efficienza energetica e funzionalizzazione. Un ospedale che risponderà ai requisiti di sicurezza, dal punto di vista antincendio e impiantistico. Ci sarà un nuovo sistema radiologico telecomandato digitale al servizio del pronto soccorso, che con quello al servizio dei reparti completeranno la parte diagnostica. Sono pronti i locali e sarà installato nel giro di qualche settimana. Abbiamo rivisto tutto l'intero piano terra dell'ospedale, per fare ordine nei percorsi, riprogettando le varie aree e gli accessi. I progetti esecutivi saranno approvati la prossima settimana. Entro il 2024 l'area della diagnostica, l'area del mammografo e della tac, saranno attive e potenziate».

«In passato raccontavamo di un presidio ospedaliero alle prese con varie carenze, sterpaglie, zecche, servizio di ambulanza inefficiente, posto di polizia assente, e tante altre lacune – spiega il garante della salute della Regione Calabria Anna Maria Stanganelli - oggi abbiamo la fortuna di aver incontrato nel nostro percorso il direttore Di Furia, che ha mostrato con impegno quotidiano la volontà di ripristinare la fruibilità dei servizi di assistenza sanitaria per un territorio con una vasta utenza, che al suo interno ha un'importante realtà come il porto di Gioia Tauro. Ricordo un sopralluogo con il sindaco e la dottoressa Di Furia nel dicembre 2022, in cui lei assunse una serie di impegni: ripristino laboratorio analisi, radiologia, riapertura alcuni ambulatori tra cui cardiologia, ripartenza del reparto di medicina, e tutti quegli impegni sono stati portati a termine. Per questo ritengo che il progetto odierno vada guardato con fiducia e credo che l'ospedale di Gioia Tauro diventerà un punto di riferimento per tutto il territorio».

 

 

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