L’amara sorpresa di un paziente. Il cup gli aveva prenotato la visita a Villa Serena, ma l’Asp di Catanzaro ha diffidato la clinica dall’eseguirne ancora perché ha finito il budget. «Il problema lo hanno causato loro ma adesso nessuno lo risolve»
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Doveva solo eseguire una risonanza magnetica alla colonna vertebrale e alla spalla e, invece, suo malgrado è stato trascinato in una querelle di natura squisitamente burocratico amministrativa con il risultato di non essere ancora riuscito – da due mesi – ad ottenere la visita medica. «Non so più a quale santo rivolgermi. Ho difficoltà a muovermi, la mattina non riesco ad alzarmi dal letto, mi sento quasi paralizzato. Non posso più stare in questa condizione».
Sette mesi per una visita alla schiena
Ed è invece dal 16 settembre che Giuseppe Arabia, 68 anni di Catanzaro, lotta con la burocrazia locale per poter ottenere una visita alla schiena e alla spalla ma senza particolare successo. Ad aprile il cup gli aveva prenotato la visita in una struttura privata accreditata. Il 16 settembre, la data cerchiata in rosso per eseguirla ma qualche giorno prima Giuseppe viene contattato dalla clinica, Villa Serena, che gli comunica di non poter eseguire la prestazione in regime di accreditamento con il servizio sanitario regionale. Se proprio vuol farla dovrà pagarla.
Contenzioso in corso
La ragione risiede in un “contenzioso” in corso tra l’Asp di Catanzaro e la struttura privata. L’azienda sanitaria provinciale già a luglio aveva diffidato Villa Serena dal continuare ad erogare prestazioni in regime di accreditamento, oltre il budget fissato. A metterlo nero su bianco è la direttrice del distretto sanitario di Catanzaro, Tiziana Parrello, che in una nota torna a diffidare la clinica. «Malgrado fosse stata formalmente diffidata da questo distretto dall’erogare prestazioni specialistiche oltre il limite, codesta struttura ha continuato ad erogare prestazioni, oltrepassando il budget – allo stato – di riferimento».
Oltre il budget pattuito
Il budget di 304mila euro era stato pattuito dall’Asp nel 2023 e poi prorogato anche per le annualità successive. Evidentemente insufficiente a far fronte alla domanda di pazienti che dal pubblico si spostano al privato per ottenere visite più celermente. Quindi la chiosa dell’Asp: «Nel ribadire il principio che l’accreditamento istituzionale non si traduce automaticamente nel diritto di svolgere prestazioni per conto del servizio sanitario, si diffida codesta struttura dal continuare, nell’anno in corso, ad erogare prestazioni specialistiche in nome e per conto del servizio sanitario, nonché dall’acquisire quote ticket dagli utenti, potendo continuare ad eseguire prestazioni di specialistiche ambulatoriale esclusivamente in regime privato».
Il rapporto pubblico/privato
Si tratta, insomma, dell’annoso problema dei rapporti tra pubblico e privato, tra aziende sanitarie e erogatori accreditati che in passato ha generato non pochi contenziosi, innescando anche cause milionarie per le prestazioni erogate, appunto, extrabudget, e il cui riconoscimento è finito spesso nelle aule dei tribunali creando una incredibile lievitazione dei costi per gli interessi moratori. Questione che potrebbe essere facilmente derubricata a semplice querelle amministrativa se non riguardasse direttamente il diritto dei cittadini ad ottenere visite sanitarie in tempi rapidi. Il problema per Giuseppe Arabia, infatti, resta.
La visita in extra-budget
Era stato il cup regionale a prenotare la visita a Villa Serena, nel frattempo l’impegnativa rilasciata dal medico curante è scaduta. Dopo averne ottenuta una nuova, con codice di priorità urgente, al 68enne è stato chiesto di chiamare ogni giorno per ottenere disponibilità. «L’ultima volta ci ho provato mercoledì e ancora niente» spiega Giuseppe. «Tra una settimana scade di nuovo l’impegnativa e non so a quale santo rivolgermi. Sono bloccato, non riesco quasi ad alzarmi dal letto. Il problema me lo hanno causato loro ma adesso nessuno lo risolve».

