VIDEO | Il segretario Vincenzo Casciaro lamenta «servizi sospesi di pomeriggio e di notte, pazienti a rischio per ritardi». La pianta organica ridotta a un paio di tecnici: «Situazione drammatica»
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La sanità locale continua a mostrare segnali di forte sofferenza. A denunciare l'ennesima criticità è Vincenzo Casciaro, segretario comprensoriale della Cgil Sibari-Pollino-Tirreno, intervenendo sul caso del laboratorio analisi dell’ospedale "Guido Compagna" di Corigliano Rossano.
«Si vive una situazione drammatica – esordisce Casciaro – una condizione che stiamo denunciando da mesi. Oggi la pianta organica del laboratorio è ridotto a un paio di tecnici al massimo, senza la presenza di medici dirigenti. Nonostante le ripetute richieste della responsabile del laboratorio, nulla si è mosso».
Il quadro, già critico, è peggiorato dal 1° maggio: «Il laboratorio ha dovuto chiudere il servizio nelle ore pomeridiane e notturne. Non riesce più a garantire i turni. È un danno enorme per la comunità e per i pazienti ricoverati».
Casciaro sottolinea che a maggio saranno scoperti 27 turni notturni e 7 turni pomeridiani: «I pazienti ricoverati non potranno ottenere in tempi rapidi gli esami di laboratorio, essenziali nelle situazioni di emergenza. I campioni dovranno essere trasportati a Rossano, allungando notevolmente i tempi di risposta».
Il sindacalista contro i vertici regionali
Il sindacalista punta il dito contro l'inerzia delle istituzioni: «Anche gli organi regionali, compreso il presidente-commissario Roberto Occhiuto, sono stati informati. Ma tutto è rimasto fermo. Ascoltiamo solo annunci roboanti sull'arrivo di nuovi tecnici». La situazione, avverte Casciaro, è destinata a peggiorare: «Anche se oggi partissero i concorsi, i nuovi tecnici non potrebbero prendere servizio prima di alcuni mesi. E per giugno sono già previste nuove sospensioni di turni pomeridiani e notturni».
L'analisi del sindacalista è amara: «Se questa è la sanità del commissariamento, forse sarebbe il caso di interrogarsi sulla reale capacità di garantire il diritto alla salute. Dopo quindici anni di gestione commissariale, la sanità calabrese ha visto solo riduzioni di personale, di servizi e di qualità». Casciaro chiude con una riflessione sui costi: «Nonostante il commissariamento mirasse a ridurre le spese, i costi sono rimasti alti. È chiaro che così non si garantisce una sanità degna di questo nome per i cittadini della Calabria».