Una lingua di cemento asfaltata a metà, priva di illuminazione e senza alcuna segnaletica. All’occhio del passante l’area che sorge ai piedi del presidio Villa Bianca potrebbe banalmente apparire come un parcheggio in disuso. Un cancello mezzo arrugginito sbarra il passaggio e un cartello affisso segnala “lavori in corso”. Uno dei tanti spazi abbandonati in città, se non fosse che l’intera zona è utilizzata per l’atterraggio e il trasporto di pazienti in emergenza con l’elicottero.

L’area, impropriamente utilizzata come elisuperficie hems, si trova sulla collina opposta a quella su cui sorge il presidio ospedaliero “Pugliese”, l’unico a Catanzaro dotato di pronto soccorso e, quindi, in grado di gestire i pazienti in emergenza. Cinque minuti di macchina attraversando la tangenziale ovest ma è questo il tragitto che compie di prassi una ambulanza, all’occasione mobilitata dalla centrale operativa, deputata al trasferimento dei pazienti dall’elisuperficie fino all’ospedale.

Un’area più prossima al presidio ospedaliero evidentemente non è stato possibile individuarla, per abbattere i tempi di percorrenza e garantire un’assistenza maggiormente efficace. Ma a ben guardare neppure quella attualmente utilizzata potrebbe a rigore essere classificata come infrastruttura hems. Tali spazi sono, infatti, soggetti a stringenti regolamenti imposti da Enac, l’ente nazionale dell’aviazione civile, che all’articolo 4 del “vademecum” per la gestione delle infrastrutture a servizio dell’attività hems cita testualmente: «A prescindere dal numero di movimenti annui, le elisuperfici contrattualizzate che non siano installazioni militari devono essere gestite e autorizzate dall’Enac se utilizzate come destinazione sanitaria (hub)».

È questo il caso di specie. L’elisuperficie viene utilizzata dall’elisoccorso come destinazione sanitaria a servizio dell’ospedale hub di Catanzaro ma non esiste alcuna indicazione o specifica segnaletica ad indicare l’area di decollo o atterraggio dei mezzi aerei. Nessuna delimitazione dell’area di manovra del mezzo, nessuna illuminazione, nemmeno una mano di pittura o la caratteristica manica a vento che, in genere, sta ad indicare le aree deputate alle manovre aeree.

Qualche chilometro più in giù, la città di Catanzaro, è pur dotata di una seconda elisuperficie a servizio dell’ex policlinico universitario che però non è mai stato dotato di pronto soccorso. L’infrastruttura appare però più curata rispetto a quella abitualmente impiegata per il trasferimento in ospedale di pazienti con patologie tempo dipendenti. Viene generalmente utilizzata per i trasporti secondari, ovvero il trasferimento di pazienti da ospedale ad ospedale, e in rari casi per i trasporti primari dal momento che in questa seconda ipotesi l’ambulanza dovrebbe farsi carico del trasferimento del paziente da Germaneto all’ospedale: quasi venti minuti d’auto.