La sede nazionale dell’organizzazione di volontariato Conacuore (coordinamento nazionale associazioni del cuore) si trova a Modena. Anche qui è giunta l’eco del paradosso del reparto di emodinamica presente nell’ospedale di Paola, costato due milioni di euro, dotato di tutti i collaudi e mai entrato in funzione.
Il presidente nazionale di Conacuore, Giuseppe Ciancameria ha inviato una lettera al commissario ad acta alla Sanità della Regione Calabria, incarico che ancora è ricoperto dal governatore dimissionario Roberto Occhiuto, e, per conoscenza, al direttore di Cardiologia dell’ospedale di Paola, Maria Teresa Manes e al vicepresidente di Conacuore Antonio Rossi. «Gentilissimo onorevole Occhiuto – scrive Ciancameria – le scrivo a nome di tutte le associazioni di cardiopatici che rappresento sul territorio nazionale, impegnate nella tutela e nel miglioramento della salute cardiovascolare dei cittadini italiani».

«In questi giorni – prosegue la lettera – la Cardiologia ospedaliera di Paola sta attirando l’attenzione sui social e sui media sull’importanza del servizio di Emodinamica, fondamentale per la cura tempestiva dell’infarto miocardico; la struttura in cui operare in ospedale risulterebbe pronta da tempo ma ancora inattiva, costringendo così i pazienti a trasferimenti in una struttura esterna privata, con ritardi evitabili di interventi di dilatazione delle coronarie, talora veri e propri salvavita. Confidiamo nella sua sensibilità e nel suo impegno per garantire l’attivazione la più rapida possibile dell’emodinamica di Paola, affinché possa diventare un ulteriore qualificato punto di riferimento per la salute cardiovascolare nel territorio calabrese». L’associazione si pone a disposizione per qualunque evenienza pur di poter risolvere questo problema.

Tutte le spese

Ma quale problema se, almeno sulla carta, non manca nulla? Come ha scritto in una recente nota l’avvocato Ennio Abonante, l’Asp di Cosenza «ha impegnato e speso circa due milioni di euro per la realizzazione di un open space dove è ospitata la nuova Utic, propedeutica e di supporto all’emodinamica; è stata ristrutturata la sala operatoria esistente ed adeguata alle normative vigenti; è stata realizzata una nuova sala operatoria, nel rispetto di tutte le prescrizioni e le caratteristiche previste per le sale di emodinamica, tant’è che ha ricevuto il collaudo e l’agibilità da parte della apposita commissione tecnica dell’Asp… sono stati acquistati due angiografi, uno dei quali è costato, compresi gli accessori, mezzo milione di euro circa, perché è modernissimo ed ha caratteristiche per l’utilizzo in emodinamica, per come indicato nella delibera a firma del dg Graiano, apparecchio che fra poco diventerà vetusto ed obsoleto, mentre per l’elettrostimolazione può essere utilizzato il secondo angiografo». Eppure nulla si muove.

Il paradosso

Ma il paradosso è che se un paziente con sindrome coronarica acuta si presenta al Pronto soccorso di Paola, nonostante a qualche piano più in alto sia tutto predisposto per intervenire, compreso il personale preparato, il poveretto sarà costretto ad aspettare la disponibilità nella prima struttura pronta ad accoglierlo, col rischio (come è già accaduto) che si vada ben oltre i 90 minuti necessari, secondo le linee guida, a far fronte a una sindrome coronarica acuta.