Il direttore generale dell’Asp di Cosenza: «Ricostruzioni fantasiose, abbiamo speso solo 350mila euro per un angiografo»
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Sul caso dell’emodinamica di Paola è intervenuto il direttore generale dell’Asp di Cosenza, Antonello Graziano, per raccontare la sua «verità».
La vicenda è balzata gli onori delle cronache per presunte risorse pubbliche – due milioni – spese per un servizio non attivo all’ospedale San Francesco.
In premessa il manager spiega come intenda chiarire alcuni «artatamente omessi» e precisa di essere «assolutamente favorevole ad implementare i servizi».
«Non posso non stigmatizzare l’ennesima “incursione” atta a screditare l’operato dell’Azienda – dichiara Graziano – sommando notizie non vere e giungendo a conclusioni che lasciano basiti. Mi spiego: si è tentato di mettere in relazione la mancata attivazione dell’emodinamica di Paola con la presenza di un centro accreditato per la stessa branca, nella stessa area. Si tratta di una esemplificazione del tutto fuorviante, priva di qualsiasi fondamento, atteso che il centro di cui si fa riferimento è accreditato, vale a dire, esiste già da tempo, ancor prima che il progetto in itinere per l’Ospedale di Paola, fosse concepito».
Secondo il direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza sulla vicenda «si fanno scorrettamente allusioni e ricostruzioni fantasiose e pericolose, atteso che il servizio di emodinamica a Paola, non si è realizzato, ad oggi, perché qualcuno, come si vorrebbe scorrettamente e forzatamente far capire, vorrebbe penalizzare il servizio pubblico a vantaggio di soggetti privati, anche se accreditati».
Riferendosi al servizio andato in onda sul Tg3, Graziano incalza: «Credo non si faccia Servizio pubblico, credo non ci sia trasparenza e correttezza quando si omettono di trasmettere pezzi di un’intervista ben più composita e che avrebbe chiarito ogni cosa e si mettono insieme, con taglio e ricucitura tipici di un giornalismo che mira solo a creare clamore, a suscitare dubbi, a mistificare la realtà per fini che hanno ben poco a che vedere con la mission del servizio pubblico».
Per Graziano, quindi, «non è assolutamente vero che l’Asp abbia deliberato 2 milioni di euro esclusivamente per un servizio di Emodinamica; non è assolutamente vero che il servizio di Emodinamica ha il personale previsto per legge per poter avviare attività; tutto questo, a prescindere dalle autorizzazioni ministeriali che non ci sono, ad oggi, nonostante questa Asp, giova ribadirlo, l’avesse proposto con piena condivisione del presidente, nel corso della recente rimodulazione della rete ospedaliera».
«Ciò che invece è stato autorizzato è un servizio di Elettrofisiologia che necessita, lo dico a beneficio dei tanti che non lo sanno, anche di quell’attrezzatura, l’angiografo, utilissimo per l’elettrostimolazione ed elettrofisiologia, che già si pratica in diversi servizi di Cardiologia della nostra. L’unico strumento acquistato, quindi, è questo angiografo ad un costo di circa 347 mila euro, somma ben lontana dai 2 milioni di euro che, mistificando la realtà, si dice che l’Asp abbia speso per il servizio di Emodinamica», prosegue Graziano.
«Aggiungo, inoltre, che se qualcuno non ha provveduto ad utilizzare lo strumento, nell’ambito delle procedure di Elettrofosiologia, si assumerà tutte le responsabilità del caso e su questo comunico che andrò fino in fondo per chiarire tutta la vicenda. La questione è, quindi, ben più complessa e proprio per questo motivo avevo ben esplicitato e chiarito il tutto, durante la mia intervista, mandata in onda in maniera disarticolata e mancante del passaggi chiarificatori».
«La proposta dell’Asp relativa all’avvio di un servizio di Emodinamica – chiarisce quindi il diggì dell’Asp di Cosenza – è stata cassata dal Ministero perché il numero degli abitanti della provincia ed il volume delle procedure sono sotto gli standard previsti dal DM 70/2015 e dalle linee guida in materia. Vorrei comunque tranquillizzare tutti i cittadini che ci teniamo ad avere, in un futuro prossimo, questa tipologia di servizio, nelle zone del Tirreno e dello Ionio, per dare risposte tempestive nell’ambito delle patologie tempo-dipendenti, alla luce di nuove linee guida e percorsi assistenziali che si stanno sviluppando. Faremo però il tutto nel rispetto delle regole – conclude Antonello Graziano – delle linee guida, nel rispetto del target minimo di personale e senza pressioni e fughe in avanti di ogni tipo che, in questa vicenda, forse qualcuno ha pensato ingenuamente di esercitare, per costruire esclusivamente percorsi professionali individuali che poco si conciliano con gli interessi della collettività».