Il contratto, sottoscritto nel 2013 ma poi rinegoziato, prevede il pagamento di 38 rate. La Regione aveva chiesto una anticipazione di liquidità a Roma di quasi 90 milioni per saldare i crediti certi, liquidi ed esigibili a dicembre 2012
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Ancora fino al 2051 la Calabria continuerà a pagare il prezzo, altissimo, di una spesa sanitaria fuori controllo e di un disordine contabile che nel 2009 ha condotto all’applicazione prima del piano di rientro e infine al commissariamento. Nei giorni scorsi, la Cittadella ha staccato l’ennesimo “assegno” milionario in favore del Mef per un debito contratto nel 2013 del valore complessivo di quasi 90 milioni di euro.
Il fondo da 107 milioni
Denaro cash che all’epoca il Governo aveva messo a disposizione, attraverso un apposito fondo di cinque miliardi, per assicurare liquidità agli enti del servizio sanitario nazionale alle prese con fatture e pagamenti arretrati. E la Calabria chiaramente non era da meno. Sulla base di una disponibilità di 107 milioni, decise di accedere ad una anticipazione di liquidità di quasi 90 milioni di euro (89.750.000; per l’esattezza) per far fronte al debito sanitario pregresso.
Il debito sanitario pregresso
Ovvero, il pagamento di debiti certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2012 ma l’anticipazione dell’ingente somma di denaro da parte del Mef, trasformata poi in un contratto a 38 rate annuali, non sembra aver sortito gli effetti sperati dal momento che, come nella celebre tela di Penelope, il debito sanitario calabrese ha continuato ad essere tessuto e ritessuto per anni, riaccertato infine di recente in oltre un miliardo.
Le costose rate
Nel frattempo la Calabria ha continuato e continua ancora ad onorare annualmente le costose rate del contratto sottoscritto all’epoca col Mef, e fino al 2022 a pagarle anche ad un tasso di interesse sul capitale anticipato del 3,059% annuo. A titolo d’esempio, nel 2021 su una rata di oltre 4 milioni e mezzo, la Regione ha sborsato 2 milioni e 300mila euro di soli interessi.
Rinegoziazione del contratto
È in quell’anno, infatti, che la Cittadella ha deciso di rinegoziare i termini del contratto col Mef abbattendo di quasi la metà i tassi di interesse, portati all’1,673%. La delibera di giunta è del 4 febbraio 2022. E contiene oltre all’atto modificativo del contratto anche il piano di ammortamento del debito, la cui scadenza inizialmente prevista nel 2043 viene fatta slittare di otto anni: fino al 2051.
Ogni 30 giugno
Come ogni 30 giugno – da 12 anni – quindi la Cittadella nei giorni scorsi si è apprestata ad effettuare il pagamento della dodicesima rata del prestito. Quota capitale più interessi: oltre tre milioni di euro. Da contratto restano ancora da onorare altri 26 anni di rate, ad oggi il debito ammonta a 65 milioni.