L’internista nel marzo del 2024 ha ricevuto una proposta di contratto a tempo pieno mai più formalizzata. La denuncia del sindacato: «L’Asp parla di organico completo ma gli ospedali sono sempre più vuoti e si continuano a pagare medici a gettone»
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Un medico internista in formazione - con competenze avanzate in Medicina d’urgenza, Ecografia clinica e Medicina interna, vincitore di concorso -, attende da ormai un anno e mezzo l’assunzione da parte dell’Asp di Vibo Valentia. La stessa Asp che, al contempo, «preferisce pagare medici a gettone, spendendo molto di più di quanto costerebbe pagare un medico regolarmente contrattualizzato».
La denuncia di quello che si configura come l’ennesimo paradosso dalla sanità vibonese arriva dal Sindacato medici italiani, attraverso la sua delegata provinciale, Alessia Piperno.«In una terra in cui mancano sanitari, reparti e persino speranza, un medico vincitore di concorso non viene assunto - spiega nel dettaglio Piperno -. Non per mancanza di fondi o per errori procedurali: ma per un paradosso amministrativo che definire assurdo è poco. L’Asp di Vibo Valentia parla di “pianta organica completa”. Eppure i corridoi degli ospedali di Serra San Bruno e Tropea sono sempre più vuoti, i turni saltano e gli ammalati aspettano per una visita».
Scendendo ancor di più nel particolare, il caso portato alla ribalta riguarda un professionista internista «vincitore del concorso unificato bandito dall’Asp. Il 19 marzo 2024 gli arriva la proposta di assunzione a tempo pieno; il 22 marzo la accetta, rispettando ogni termine di legge; il 24 aprile l’Asp conferma la volontà di procedere. Poi, il silenzio. Da allora,il Sindacato medici italiani - denuncia la delegata provinciale - ha chiesto più volte, insistentemente, di risolvere l’anomalia riguardante il collega. Ogni cambio di commissario ha comportato una nuova riesamina, un nuovo tavolo, un’altra promessa. Ma nessuna firma. Nel frattempo, una collega dello stesso concorso e della stessa disciplina è stata regolarmente assunta dall’Asp di Catanzaro».
A Vibo, invece, «si dorme e cittadini e sanitari ne pagano le conseguenze. Mentre le carte si accumulano negli uffici, la realtà esplode. Nei mesi scorsi, sei medici internisti sono andati in pensione o si sono dimessi dagli ospedali di Serra San Bruno e Tropea e i servizi di Dialisi arrancano, con colleghi medici che a fatica riescono a coprire i turni. Eppure, chi è pronto a lavorare resta fuori. Una decisione che ha privato i cittadini vibonesi di oltre 150 turni di assistenza in un anno, tra visite, guardie, urgenze, e ore di cura mai erogate. Un diritto negato per una penna ferma. In una realtà dove anche un solo medico in più o un solo turno in più può fare grande differenza».
Secondo Piperno «l’Asp sostiene che non può assumere perché “l’organico è completo”. Completato da chi? Forse dai colleghi cubani? Quella completezza è un’illusione costruita sulla presenza temporanea di medici sfruttati. Come è stato detto più volte, infatti, dal loro lavoro percepiscono circa 1.200 euro al mese, mentre la Regione Calabria versa oltre 4.000 euro per ciascuno a una holding intermediaria. Così, si spendono milioni di euro pubblici per mantenere personale provvisorio e straniero, mentre si nega un contratto a un medico italiano formato qui, in università italiane, il cui percorso è costato allo Stato decine di migliaia di euro. Un medico che, oltre alla specializzazione, ha reputato di formarsi a proprie spese, per portare ai cittadini calabresi competenze diagnostiche e cliniche al livello dei migliori centri del Nord. Ma tutto questo, per l’Asp, non basta. Meglio pagare tre volte di più, tanto a farne le spese e a non ricevere i servizi sono sempre i cittadini».
Per il sindacato «questa vicenda è una ferita aperta. La sanità non può diventare un esercizio contabile. Ci batteremo affinché il diritto alla salute non venga negato e perché si assumano medici, con radici e competenze nel territorio, invece di continuare a comprare costose pezze temporanee sulla pelle dei cittadini. Confidando in una collaborazione più efficiente ed onesta con l'attuale triade commissariale della nostra Asp - afferma in conclusione la delegata Smi -, restiamo come sempre disponibili ad un confronto».

