Il direttore sanitario Capomolla annuncia che il centro accoglierà Antonino Russo dopo l’appello lanciato dalla famiglia su LaC. Che dovrà però farsi carico della spesa. La struttura non può garantire l’accesso gratuito nonostante sia accreditata perché attende la stipula della convenzione con l’Asp: «Scandaloso il silenzio delle istituzioni su questa storia»
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Un appello disperato, lanciato dalle colonne di LaC e del Vibonese, e uno spiraglio. Una speranza che si apre nel Don Mottola Center di Drapia per Antonino Russo e la sua famiglia. Il paziente di Mileto, in gravi condizioni dallo scorso 31 dicembre dopo una caduta a Zurigo, in Svizzera, è ricoverato in una struttura di Montalto Uffugo, a 150 chilometri di distanza da casa. Doppia sofferenza, perché sua moglie Antonella Mignolo, oltre alla pena per le condizioni di Antonino, patisce anche le difficoltà nell’assistere il coniuge. Eppure, a pochi chilometri dalla residenza della famiglia, c’è una struttura che potrebbe accogliere il paziente. E lo farà: Soccorso Capomolla, direttore sanitario del Don Mottola, ha scritto una lettera al network LaC per spiegare che il centro accoglierà il signor Russo e se ne prenderà cura. Purtroppo le spese saranno a carico della famiglia perché il centro non può ancora operare in regime di prestazione pubblica, nonostante l’accreditamento, visto che la convenzione con l’Asp tarda da arrivare. La sua lettera è, insieme, una risposta al grido di dolore di una famiglia disperata e un monito alle istituzioni indifferenti rispetto alle sorti di questo e altri pazienti. Ve la proponiamo di seguito.
Capomolla: «Il Don Mottola pronto a curare il signor Antonio»
Gentile direttore,
abbiamo letto con profonda attenzione e partecipazione l’articolo relativo alla drammatica situazione che sta vivendo la signora Russo, costretta a vedere suo marito disabile ricoverato a 150 km di distanza dalla propria casa, lontano dall’affetto e dalla quotidianità familiare che ogni paziente ha diritto di ricevere.
Come Don Mottola Medical Center, esprimiamo la nostra piena solidarietà a lei e a tutte le famiglie che si trovano in condizioni analoghe. Siamo ben consapevoli che dietro ogni ritardo amministrativo o blocco burocratico si nascondono sofferenze vere, volti, storie e famiglie che chiedono semplicemente dignità, cura e prossimità.
La nostra struttura è pienamente disponibile, da subito, ad accogliere e prendersi cura del marito della signora, mettendo a disposizione personale qualificato, servizi specializzati e un ambiente sicuro e umano, compatibilmente con quanto previsto dalla normativa e dai protocolli sanitari.
Purtroppo, come lei sa, nonostante l’accreditamento regionale ottenuto da ben tre anni, nonostante l’acclarato fabbisogno territoriale, siamo ancora in attesa della stipula della convenzione con l’Asp, senza la quale non possiamo operare in regime di prestazione pubblica. Questo ci impedisce di garantire, al momento, l’accesso gratuito ai servizi ai pazienti come il marito della signora Antonella — situazione che riteniamo inaccettabile e ingiusta.
Quante storie… come questa dimenticate con la grande offesa civile “dell'indifferenza” più assoluta di tutte le istituzioni dello stato verso il paziente fragile e bisognoso di assistenza. Non è scandalosa lo storia in sé, quanto il deflagrante silenzio istituzionale (Regione, Struttura Commissariale del piano di Rientro, Asp, Prefettura, Garante per la Salute) l'arroganza del potere precostituito che con lo sdegno di Farinata degli Uberti (vuolsi così colà dove si puote/ciò che si vuole, e più non dimandare) decide di non dare risposta agli Ultimi. Ma non dimentichiamo che la malattia è molto democratica e tutti noi potremmo diventare “la signora Antonella”. Continueremo a far sentire la nostra voce, al fianco dei cittadini e dei familiari, affinché venga al più presto sbloccata la convenzione che ci permetterebbe non solo di aiutare il signor Russo, ma anche di restituire il diritto alla salute a tutto il territorio vibonese.
Rimaniamo a sua disposizione per ogni chiarimento o forma di supporto che potremo offrire, e ci auguriamo con forza che, quanto prima, il signor Antonio possa tornare vicino a casa, accudito con dignità e amore.
Con stima e vicinanza,
Soccorso Capomolla
Direttore Sanitario
Don Mottola Medical Center – Drapia (VV)
La risposta del direttore
Ringrazio il dottor Capomolla per la sensibilità dimostrata. “Non è scandalosa lo storia in sé, quanto il deflagrante silenzio istituzionale”, si legge nella lettera. E in questa frase c’è tutto. C’è soprattutto la sofferenza di tantissime persone che non trovano risposte, ma solo la triste indifferenza di chi dovrebbe rispondere e invece tace.
(fl)