La sopravvivenza della clinica Sant’Anna Hospital di Catanzaro è legata a filo doppio al rinnovo o alla eventuale concessione di un nuovo accreditamento al servizio sanitario regionale. Qualora il Consiglio di Stato, adito dal curatore fallimentare della struttura privata, dovesse confermare quanto già sentenziato dal Tar Calabria poco o nulla resterebbe in mano al gruppo Citrigno che lo scorso novembre si è aggiudicato l’asta per il fitto del ramo d’azienda del Sant’Anna.

La battaglia legale

La battaglia legale intrapresa dalla curatela fallimentare - che per ben due volte ha impugnato il decreto di decadenza dell’accreditamento deliberato dalla Regione - si intreccia agli interessi del gruppo, attivo nel settore sanitario. Dall’esito del giudizio amministrativo dipenderà anche la buona riuscita dell’iniziativa imprenditoriale.

La clausola sospensiva 

È lo stesso avviso esperito dal liquidatore giudiziale a prevedere una clausola risolutiva del contratto, condizione alla base della quale il gruppo ha scelto di partecipare e infine aggiudicarsi l’asta per il fitto del ramo d’azienda. Alla lettera C dell’avviso si legge testualmente: «Il contratto di affitto che verrà stipulato all’esito della procedura competitiva da instaurarsi sulla base della presente manifestazione d’interesse e successiva aggiudicazione, dovrà essere subordinato al rilascio di un nuovo accreditamento o al ripristino di quello oggetto di “presa d’atto dell’intervenuta decadenza” di cui al dca n. 149 del 19/06/2024».

La decadenza dell’accreditamento

È appunto il decreto commissariale impugnato al Tar e quindi di nuovo al Consiglio di Stato, dopo l’esito sfavorevole del primo gradi di giudizio. «Il mancato avveramento delle condizioni di cui sopra entro otto mesi dalla stipula del contratto di affitto, in assenza di rinnovo o nuovo accreditamento, comporterà la risoluzione ipso iure del contratto di affitto d’azienda senza che nulla possa essere preteso dalla procedura né dall’affittuario, salvo il rimborso delle somme versate a titolo di cauzione».

Senza accreditamento, niente contratto

Insomma, l’eventuale decadenza dell’accreditamento sancirà anche l’automatica estinzione del contratto d’affitto, e resta davvero poco margine di manovra se la clausola temporale (otto mesi dalla stipula del contratto) non è stata oggetto di successiva modifica. Intanto, l’udienza al Consiglio di Stato è stata fissata il prossimo 12 giugno, sarà Palazzo Spada a pronunciarsi sul rinnovo dell’accreditamento della clinica privata. I giudici hanno già concesso la sospensiva in attesa della discussione di merito.

Nuovo accreditamento

La condizione sospensiva contempla, tuttavia, anche la possibilità di rilascio di un nuovo accreditamento. Una opzione che oggi appare piuttosto remota, la stessa Regione ha più volte dichiarato pubblicamente di privilegiare l’offerta pubblica a quella privata. Intenzione poi dimostrata nei fatti con l’adozione di un decreto che ha riprogrammato tutti i posti letto disponibili di cardiochirurgia per la Calabria.

La riprogrammazione dei posti letto

In una nota di precisazione diffusa dal dipartimento Salute e Welfare si evidenzia come «nella precedente programmazione la Regione Calabria aveva in totale 49 posti letto di cardiochirurgia, adesso portati a 55, aumentando di 6 unità». Complessivamente, 22 alla cardiochirurgia della Dulbecco di Catanzaro, 17 al Gom di Reggio Calabria e 16 all’Annunziata di Cosenza.