La sanità calabrese è al collasso e la campagna elettorale lo conferma: tutti i candidati ne parlano, ma pochi propongono soluzioni concrete. A intervenire con chiarezza è Saverio Ferrari, delegato provinciale dello SMI (Sindacato Medici Italiani) presso l’Asp di Catanzaro, che lancia un allarme urgente sulla carenza di personale.

«È positivo che i candidati considerino la sanità come il problema principale da affrontare – dichiara Ferrari – perché effettivamente la situazione è drammatica da almeno vent’anni. Ma finora nessuno spiega concretamente come intende risolvere la carenza di personale, che è il vero tallone d’Achille del sistema».

Secondo Ferrari, i servizi ospedalieri funzionano male: i pronto soccorso restano sovraffollati, nonostante l’arrivo di decine di medici cubani, spesso costretti ad abbandonare il lavoro con un semplice sms o una telefonata. «Le liste di attesa erano lunghe ieri e lo sono ancora oggi – sottolinea – e chi può si rivolge al privato, mentre chi non può rinuncia alle cure. Ogni anno oltre 70 mila calabresi sono costretti a curarsi fuori regione».

La situazione della medicina territoriale è ancora più critica. I medici di base diminuiscono, la continuità assistenziale è spesso garantita solo a intermittenza, e in molti piccoli paesi i pazienti trovano postazioni chiuse come un negozio qualunque. Anche il servizio 118, concepito negli anni ’90, soffre gravemente per la mancanza di personale medico e infermieristico.

«Il primo problema da risolvere è il personale – afferma Ferrari – senza medici, infermieri e OSS, qualunque struttura sanitaria sarebbe monca e poco efficace. Tutto il resto dovrebbe venire dopo».