Al superamento scatterà per i privati un meccanismo di compensazione. L’intesa prevede anche di migliorare «l’accessibilità ai servizi e il livello di autosufficienza dell’offerta nella regione di residenza del paziente»
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Non solo vincoli e tetti, l’accordo sottoscritto dal presidente della Regione Calabria e dal presidente della Regione Emilia Romagna prevede anche l’attuazione di appositi piani per migliorare l’offerta sanitaria in quei territori dov’è maggiore il flusso di pazienti in partenza alla ricerca di migliori cure. Segnatamente, la Calabria che lo scorso anno ha sborsato 304 milioni di euro per pagare le prestazioni che i propri cittadini hanno eseguito altrove, fuori dai confini regionali.
Oltre alle limitazioni economiche imposte con l’odierna intesa, le due Regioni hanno infatti convenuto sulla necessità di migliorare «l’accessibilità ai servizi e il livello di autosufficienza dell’offerta nella regione di residenza del paziente». L’emorragia da mitigare in questo caso è quello che dalla Calabria è diretta verso l’Emilia Romagna, e quindi la Cittadella si è impegnata a rafforzare «gli interventi volti a migliorare la propria offerta pubblica, anche in relazione all’uscita dal commissariamento».
Di converso, la regione di approdo ha fornito garanzie «a rendere attivi meccanismi di indirizzo di pazienti calabresi alle strutture delle loro regioni dalle strutture pubbliche emiliano-romagnole cui si siano rivolti per una prima valutazione». Tra gli intenti espressi nelle premesse all’intesa vi è infatti la necessità di ridurre la mobilità evitabile, obiettivo da raggiungere anche attraverso la redazione di appositi piani di miglioramento della mobilità.
Da qui l’applicazione di tetti massimi unicamente all’erogazione di prestazioni ospedaliere e ambulatoriali di media e bassa complessità. Le prestazioni ad alta complessità verranno assicurate, invece, senza vincoli. Si tratta, nello specifico, dei ricoveri ospedalieri riferiti ai drg ad alta complessità erogati in regime pubblico, la produzione sarà interamente riconosciuta. Non lo stesso avverrà per le prestazioni erogate dai privati in regime di accreditamento, i quali dovranno rispettare il tetto massimo annuale di 350mila euro per la Calabria e 9.100mila euro per l’Emilia Romagna.
Al superamento dei tetti scatterà per i privati un meccanismo di compensazione: «Ad un incremento dei ricoveri di alta complessità oltre il tetto stabilito dovrà corrispondere un decremento dei ricoveri di non alta complessità». Per i ricoveri eseguiti in strutture pubbliche a media e bassa complessità, invece, i tetti sono: 400mila euro per la Calabria e 11 milioni e mezzo per l’Emilia Romagna.
Sulla stessa linea si muovono i vincoli imposti dall’intesa per le prestazioni ambulatoriali. Nessun tetto è previsto per le attività oncologiche di chemioterapia e radioterapia, per la medicina nucleare e la dialisi erogate in strutture pubbliche: la produzione sarà riconosciuta integralmente. Le restanti prestazioni sono sottoposte a tetti annuali: 53.500 euro al lordo del ticket per le prestazioni erogate in strutture pubbliche per la Calabria; 26.300 euro al lordo del ticket per le prestazioni erogate in strutture private per la Calabria.
Più ampi margini di “incasso” ha, invece, l’Emilia Romagna: 2 milioni e 600mila euro al lordo del ticket per le prestazioni erogate in strutture pubbliche; 216mila euro al lordo del ticket per le prestazioni erogate in strutture private. Nei casi di superamento dei previsti tetti si applicherà un meccanismo di regressione tariffaria: per i privati «tutta la produzione eccedente viene abbattuta in modo da far rientrare il complesso della produzione nel tetto complessivo, ad eccezione di quella di alta specialità che non viene abbattuta, con ciò comportando proporzionali maggiori abbattimenti nelle attività di non alta specialità».
Allo scopo di monitorare la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate in mobilità dalle due regioni, verrà istituita una commissione paritetica composta da personale sanitario e amministrativo. Le nomine avverranno a 30 giorni dalla sigla dell’accordo. Si prevedono poi controlli con campionamento mirato sui ricoveri ospedalieri che in casi di incongruità o inappropriatezza potranno essere estesi al 100% della produzione.


