Va a Scalea per le vacanze, comincia ad accusare forti dolori a un ginocchio, all’anca e alla schiena, ma negli ospedali del territorio i medici formulano tre diagnosi sbagliate, costringendola a tornare nel suo Paese per essere curata e sottrarsi alle grinfie della morte. È la sintesi di ciò che sarebbe accaduto qualche giorno fa a una donna polacca, che oggi, dicono i famigliari, «è viva per miracolo». La vicenda è divenuta nota grazie a un video postato sui social dalla figlia, Wioletta Witek, affermata professionista residente da 23 anni nella Riviera dei Cedri, dove tutti la conoscono come volto della lotta alla violenza sulle donne. Il filmato, che dura 14 minuti, mostra la donna in lacrime, intenzionata a testimoniare la sua drammatica esperienza per mettere in guardia i cittadini dell’alto Tirreno cosentino sulla presunta inefficienza sanitaria.

L'ennesimo presunto caso di malasanità calabrese arriva da Scalea. A denunciarlo, una donna che ha raccontato tutto un video sui social diventato virale

La vicenda

Come racconta la Witek, sua madre qualche tempo fa l'ha raggiunta dalla Polonia per trascorrere qualche giorno di vacanza insieme. Ma al quarto giorno di permanenza avrebbe cominciato ad accusare dolori fortissimi. Così, sarebbe cominciata la trafila di visite ed esami nei vari presidi sanitari pubblici e privati della zona, nonché in un ospedale di fuori regione. La donna avrebbe ricevuto tre diagnosi da altrettanti medici e tutte e tre le volte le sarebbero stati prescritti degli antidolorifici, che ha assunto per giorni. Tuttavia, la situazione clinica sembrava peggiorare di ora in ora. Di comune accordo, i figli della donna hanno deciso di far rientrare la paziente nel suo Paese d'origine e di farla ricoverare in un ospedale. Qui, l’amara sorpresa: la donna presenterebbe la rottura di alcune vertebre, di cui nessuno, in Italia, si sarebbe reso conto. Inoltre, la situazione sarebbe resa ancora più drammatica da alcune complicazioni sorte per la mancanza di un intervento immediato sulla colonna vertebrale. Ora, la donna versa in gravi condizioni e rischia di non camminare mai più.

L’amaro sfogo

Innanzi a tale, drammatica notizia, la figlia, Wioletta Witek, ha acceso la telecamera del suo cellulare e si è lasciata andare a un amaro sfogo, che ha poi postato sui social. «Vergognatevi – ha detto più volte nel video, rivolgendosi ai medici che hanno avuto in cura la madre – avete giurato di salvare le vite umane». Neanche a dirlo, il filmato, della durata di quattordici minuti, è diventato virale e ha generato lo sdegno dei cittadini. «L’ho fatto per mettere in guardia altre persone – ha detto la donna –, quello che è accaduto a noi, non deve accadere a nessun altro».

Un territorio ambiguo

Ma il presunto caso di malasanità, non sarebbe l’unica nota dolente di questa storia. Stando a quanto trapelato, un esponente delle istituzioni cittadine avrebbe chiamato per chiedere di rimuovere il filmato dalla pagina “Centro Donna Roberta Lanzino di Scalea”, che la Witek presiede da tempo, poiché il contenuto del video sarebbe prettamente personale e quindi da mostrare unicamente sul profilo personale. «Ma non lo farò, costi quel che costi», assicura la presidente.

Se quest’ultimo episodio fosse acclarato, bisognerebbe capire in che modo una denuncia di un presunto caso di malasanità possa, in qualche modo, ledere la città di Scalea e le istituzioni pubbliche.