Dieci anni dopo, la Garbatella riapre le porte di casa Cesaroni. Claudio Amendola, volto e anima della serie, torna a dirigere e interpretare Giulio nella settima stagione in arrivo su Canale 5, e lo fa con la consapevolezza di chi ha tra le mani un pezzo di storia televisiva. «È stata un’esperienza totalizzante e faticosa, ma anche un’enorme emozione», racconta, ripercorrendo un’estate passata tra set, festival e incontri con i fan.

Ritrovare il clima di famiglia che ha reso i Cesaroni un fenomeno pop non è stato semplice. Stavolta la storia si muove in un’Italia segnata dal Covid, con ferite economiche e psicologiche ancora aperte. «Volevamo raccontare cosa significa essere famiglia oggi, senza la pretesa di dare lezioni, ma con il nostro linguaggio leggero e mai superficiale», spiega Amendola.

Il cast storico ha subito cambiamenti: via Elena Sofia Ricci, Max Tortora e Alessandra Mastronardi, dentro Ricky Memphis e Lucia Ocone. Memphis, nei panni del consuocero di Giulio, è arrivato alla prima telefonata: «Non so perché non li abbia fatti prima i Cesaroni», scherza Amendola. Ocone è Livia, donna in carriera che un tempo vendeva aspirapolveri e ora prova a salvare la bottiglieria di famiglia, in crisi e a rischio asta per colpa delle bravate di Augusto (Maurizio Mattioli).

Ritroviamo Rudi (Niccolò Centioni), Mimmo (Federico Russo), Marco (Matteo Branciamore) che convive con Virginia (Marta Filippi) e il figlio Adriano. Da New York torna Marta (Valentina Bivona), figlia di Marco ed Eva, pronta a riaprire ferite e a vivere nuovi legami. Tra le novità, Andrea Arru interpreta Olmo, un ragazzo neurodivergente con autismo ad alto funzionamento: «Diretto, affascinante e colto, inizia una storia con Marta», spiega il giovane attore.

Branciamore parla di un ritorno carico di emozione: «Dopo undici anni, far parte di questa famiglia mi ha commosso. Marco inizia a capire cosa vuol dire essere padre e finalmente ha un vero dialogo con Giulio». Filippi, fan della serie da spettatrice, descrive Virginia come una guida che aiuta un padre a ricostruire il rapporto con la figlia adolescente.

Sul set aleggia l’assenza di Antonello Fassari, indimenticabile Cesare: «Lo avevamo aspettato, ma la malattia lo ha portato via. È insostituibile e mi commuovo ogni volta che ne parlo», confessa Amendola. Il dolore diventa parte del racconto, senza togliere spazio all’ironia che ha sempre contraddistinto la serie.

Giulio è invecchiato, ma resta il collante: nonno affettuoso e un po’ all’antica, pronto a chiedere alla nipote appena tornata dall’America se vuole un panino, come facevano i suoi nonni. La serie continua a intrecciare passato e presente, offrendo ai fan di sempre un tuffo nella memoria e ai nuovi spettatori, cresciuti magari con Netflix, una porta spalancata su un mondo dove gli abbracci contano più dei like.

«I Cesaroni sono uno specchio delle famiglie italiane», ribadisce Amendola. «Se tanti genitori in passato mi hanno detto che la serie li ha aiutati ad affrontare certe questioni, anche questa volta qualcuno si riconoscerà». Tra brindisi in bottiglieria, discussioni a tavola e nuove avventure, la Garbatella è pronta a dimostrare che, anche dopo dieci anni, il cuore dei Cesaroni batte ancora forte.