Il caso

Finiscono alla Procura federale le frasi razziste che l’arbitro avrebbe rivolto ai calciatori del Cassano Sybaris

Francesco Longo, presidente del comitato regionale dei direttori di gara, interviene in merito alla denuncia della società jonica: «L'episodio merita di essere approfondito dagli organi di giustizia»

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di F.R. S.
16 febbraio 2024
10:55
Francesco Longo
Francesco Longo

«In merito ai fatti denunciati dalla società Cassano Sybaris relativi alla gara da quest'ultima disputata il giorno 4 febbraio, contro il Sersale, comunichiamo che per decisione del Presidente del Comitato Regionale Arbitri Calabria, nella persona del presidente Francesco Longo, in accordo con il presidente della LND Calabria (Saverio Mirarchi ndr), si è deciso di trasmettere con immediatezza gli atti alla Procura Federale affinché quest'ultima accerti quanto accaduto facendo emergere la verità». È quanto si legge in una nota del Comitato regionale arbitri Calabria, sottoscritta dal presidente Francesco Longo.  

Il comunicato dell'associazione delle "giacchette nere" calabresi, arriva dopo le presunte frasi discriminatorie che l'arbitro (della sezione di Catanzaro) avrebbe rivolto nel corso della partita del campionato di Promozione A ad alcuni calciatori sudamericani che militano nella squadra jonica. A raccontare delle presunte aggressioni verbali gli stessi calciatori del Cassano Sybaris e il presidente del club Giuseppe Azzolino. Diversa invece la versione ufficiale basata sul referto del direttore di gara, con il Giudice sportivo che ha deciso, in base a quanto scritto dall'arbitro e dal Commissario di campo nel referto, di squalificare il presidente del Cassano Sybaris «per avere a fine gara, sebbene non inserito in distinta, inseguito l'arbitro negli spogliatoi e rivolto allo stesso parole offensive». Insomma una situazione ancora tutta da chiarire. 


«Naturalmente - prosegue la nota a firma del presidente degli arbitri Longo - restiamo stupiti in quanto episodio particolare che merita, quindi, di essere approfondito dagli organi di giustizia per tutelare tutti i giovani arbitri calabresi ed anche a salvaguardia dei sani principi che devono dominare il gioco del calcio. Abbiamo inoltre constatato come la vicenda sia stata trattata dalle testate giornalistiche in modo molto ampio, sebbene al momento i fatti siano stati solo denunciati e non acclarati ed auspichiamo quindi che non si tratti di un caso mediatico prim’ancora che venga accertata, come detto, la verità».

«Ci auguriamo infine che con la stessa dovizia di particolari vengano trattati, in futuro, anche gli episodi di violenza verbale e fisica che a volte coinvolgono i nostri giovani arbitri e che nella maggior parte dei casi rimangono nell'oblio», si legge in conclusione.

 

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