Tanti sono stati i temi affrontati nell'incontro al Polo sociale ideato e moderato dal giornalista Maurizio Insardà che ha vantato la presenza di un parterre d'eccezione
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Il mondo del calcio vista da un'altra ottica. Da un lato, la difficoltà sempre più diffusa tra i giovani a essere accolti in un ambito che, invece, dovrebbe essere da trampolino per loro. Dall’altro le infrastrutture sempre più carenti che stanno mettendo in ginocchio buona parte del movimento calcistico con società che non riescono a stare al passo con le spese, orfane a volte anche di una struttura e quindi di una casa dove poter stare. Si è parlato di questo all'evento tenutosi al Polo sociale di Taurianova dal titolo Calcio: Giovani & Infrastrutture. Un tema chiaro e significativo. Un argomento caratterizzato anche dalla componente educativa e sociale.
Gli ospiti
L'evento, ideato e moderato dal giornalista Maurizio Insardà (in collaborazione con Associazione Culturale Adda per Taurianova Capitale del libro 2024), ha visto un parterre d'eccezione con ospiti di rilievo come Saverio Mirarchi (Presidente Figc Calabria), Pippo Caffo (presidente della Vibonese), Paolo Morganti (direttore generale del Catanzaro), Beppe Ursino (direttore generale del Cosenza), Raffaele Vrenna (direttore generale del Crotone), Giuseppe Praticò (direttore generale della Reggina), Francesco Cozza (allenatore del Locri), Antonio Spina (giornalista), Gabriele Martino (vice-presidente Adise) e Francesco Iacopino (ex segretario generale della Reggina). Tutti hanno parlato di fronte a una folta folla non solo di giovani ma anche di figure importanti del calcio locale, regionale e non solo.
Gli appelli e le difficoltà attuali
Lo stesso Maurizio Insardà, insieme al giornalista Spina, hanno iniziato questo excursus tornando indietro di circa quarant'anni, con un dibattito che incentrato inizialmente al 1986, quando, con la Reggina approdata in serie A il 13 Giugno 1999, si decise di creare il Centro sportivo “Sant’Agata”, da cui passarono diversi giovani poi diventati campioni.
Il direttore generale del Catanzaro, Morganti ha sottolineato: «Bisogna che le società si dotino di specialisti nel reperimento di fondi sapendo che ogni euro che si investe in infrastrutture può generare fino a 12 euro di utilità per la comunità in termini sociali e sportivi». Forte anche l'intervento di Iacopino: «Faccio un appello alle istituzioni affinché nelle realtà, piccole e grandi, gli amministratori svestano i panni dell’appartenenza politica, per sostenere le squadre e rispondere alle loro esigenze». Tanti ancora però i disagi, come ha evidenziato invece Praticò: «Non si possono ignorare i ritardi nella pubblicazione del bando per rilanciare il Centro Sant’Agata, dopo l’unica manifestazione d’interesse presentata a marzo dalla Reggina». A seguire anche il presidente Caffo, che ha ricordato ancora una volta l'ormai famoso contenzioso con il comune di Vibo: «Chiedono 60.000 euro all’anno per il pagamento della sola Tari, considerando le tribune dello stadio una superficie utilizzata tutto l’anno e non nei pochi giorni in cui si svolgono partite».
Gli altri interventi
Nel corso del dibattito sono intervenuti anche il vice-presidente Adise, Martino e il sindaco di Taurianova, Roy Biasi. Martino ha sottolineato: «Solo l’avvento di una stagione culturale e politica nuova che determini quote di investimento sempre più massicce, a favore delle squadre e dei formatori, per aiutare i presidenti lungimiranti che da soli non ce la fanno, può migliorare la situazione».
Quindi l'intervento del sindaco: «Sentiamo ogni giorno parlare di bullismo e dell’imperversare delle baby gang e ci rendiamo conto che noi adulti stiamo consegnando ai ragazzi un contesto locale di gran lunga peggiorato rispetto al passato a causa della crisi delle varie agenzie educative. Ecco perché vogliamo che il fermento che stiamo vivendo nell’anno da Capitale del libro generi anche una spinta propulsiva per pretendere, ad ogni livello, un miglioramento in tutti i settori della vita sociale dei ragazzi a partire dalla dotazione di strutture sportive che servono a togliere dalla strada, o dallo sguardo sui telefonini, le nuove generazioni».
In conclusione il contributo di Maria Fedele, assessore alla cultura e direttore di Tcil: «Una città nominata Capitale del Libro non può limitarsi alla promozione della lettura in senso stretto, ma abbracciare l’intero tessuto culturale della comunità. Anche il calcio, soprattutto a livello giovanile, non rappresenta solo uno sport, ma un potente strumento educativo e sociale. Attraverso questo evento abbiamo voluto lanciare ancora una volta un segnale chiaro: il fermento culturale che stiamo vivendo grazie al riconoscimento ottenuto deve tradursi in un miglioramento concreto del territorio».