Prima della ripresa del campionato il patron del Catanzaro Floriano Noto ha voluto incontrare la stampa per chiarire alcune cose prima che la stagione di Serie B entri nel vivo.

«Siamo molto contenti per la stagione passata e ringrazio tifosi e stampa che ci sono stati vicini in momenti delicati della stagione. Non sempre cambiare allenatore porta i suoi benefici, per fortuna abbiamo mantenuto la barra diritta e la scelta ci ha dato stagione visto che siamo riusciti a mantenere la Serie B che è un campionato difficilissimo», ha esordito così Noto.

Poi fa un passaggio sulla campagna acquisti e sulla rosa attuale: «Il campionato è lungo e nella rosa abbiamo 4 nazionali e non sappiamo per il mondiale under 20 se perderemo 2 o 3 pedine. Sicuramente è un po’ overdose, ma teniamo conto di 3 ragazzi della primavera. Siamo 31, manca Pompetti, su 31, 3 o 4 sono della primavera col terzo portiere con Arditi, Paura e Oliviero. Abbiamo anche Seha nel quale crediamo, è un giovane promettente. I ragazzi della primavera pensiamo di tenerli in prima squadra per fargli avere un preparatore atletico più da adulti che serve a farli crescere. Quest’anno abbiamo investito nelle strutture e possiamo mandarli due categorie sotto. Le prime scelte dei giovani andranno in C e gli altri in D».

«Oggi dalla squadra costruita mi aspetto come gli altri presidenti la salvezza restando coi piedi per terra. Abbiamo fatto una rosa molto competitiva rafforzata nell’ultima finestra di mercato - ha continuato Noto -. Chi fa calcio sa chi sono e conosce le caratteristiche che a noi mancavano. Abbiamo una squadra competitiva per essere speranzosi. Chi ha investito di più può arrivare ultimo e viceversa. Noi due anni fa e l’anno scorso la Juve Stabia, siamo l’esempio di questo».

Continua ribadendo alcuni concetti chiave che sono stati alla base della campagna acquisti: «Si dice che ogni anno il Catanzaro cambia 15-16 giocatori, ma è fisiologico, se dobbiamo migliorare o crescere va fatto mercato, lo fanno tutte le squadre e il calcio è questo. Il mandato che la società dà al ds ha dei paletti su età media, numero di componenti, prestiti, settore giovanile, giovane di proprietà sotto i 21 anni. È scientifico, lo fanno tutte le squadre. Abbiamo tanti giovani consolidati e questo significa che abbiamo acquistato bene». E prosegue parlando dei pilastri della squadra: «Nel calcio ci sono cicli naturali e il sistema funziona così, ci sono calciatori che dopo 3 o 4 anni hanno bisogno di stimoli nuovi. Iemmello è legato alla sua città, Brighenti è arrivato a 35 anni e avrà un futuro anche da dirigente, è la vita del calcio che è così, cerchiamo di alzare l’asticella tutti, noi dobbiamo farlo molto nelle competenze interne a livello societario, ma le cose si stanno facendo anche a livello strutturale stiamo individuando quella che dovesse essere la nuova casa del Catanzaro».

Poi il presidente parla della scelta Aquilani: «La scelta su un tipo di allenatore è per creare meno discrasie nella prima fase. Il dna costruito in questi tre anni è quello di una squadra che gioca. Prendere un allenatore che non fa questo tipo di cose sarebbe stato sbagliato. È stato preso per una questione di continuità».

Sul bilancio della squadra e della Serie B: «L’anno scorso abbiamo preso una mazzata 1.8 milioni in meno per la perdita dei diritti tv. È impensabile che ci sono società che prendono più soldi. Bisogna rivedere alcune regole sicuramente è da quanto ho capito Gravina è in procinto di fare questa fatidica riforma».

«Sullo stadio non ho notizie di ultim’ora. So che stanno verificando il computo metrico ma da quanto mi pare di capire manca veramente poco per la presentazione del progetto».

«Gli sponsor ben vengano. Quando dico che “siamo aperti a soci”, lo dico perché serve per migliorare. Il modello Lecce è quello a cui faccio riferimento. Ribadisco che le porte sono aperte perché se riusciamo a investire di più è per il bene della squadra. Se un fondo/socio entra in società con me, va ad investire in una società strutturata», ha concluso Noto.