Per i Lupi si chiudono 365 giorni da dimenticare: dal meno 4 confermato a inizio gennaio fino alla retrocessione, passando per una contestazione che dura ancora oggi contro il presidente Guarascio, il riassunto del 2025 in salsa rossoblù
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Nessuno si aspettava potesse succedere diversamente. Già la fine del 2024 era stata terrificante, con la sconfitta (immeritata) a Sassuolo, la contestazione appena iniziata con più veemenza e l’ultimo posto in classifica. Un ultimo posto che, poi, il Cosenza Calcio non ha più lasciato per tutto il 2025, almeno in Serie B.
È stato un anno terrificante per chi sostiene i colori rossoblù. La retrocessione in Serie C, dopo cinque mesi di agonia, è stata soltanto la ciliegina su una torta cucinata maldestramente da chi gestisce la società. Eugenio Guarascio e Rita Rachele Scalise hanno messo la firma sull’addio alla Serie B dei Lupi, che dopo sette anni di gloria e sofferenze sono tornati nella terza serie del calcio italiano nel modo più doloroso: senza mai provarci, con una piazza spaccata e un’estate che, se possibile, è stata anche peggio dell’inverno e della primavera.
Dal ridimensionamento al terzo posto, se la fortuna aiuta anche i non audaci
Prima c’è stata la rinuncia alla trattativa con Alfredo Citrigno, nata e morta nel giro di poche ore. Poi, nel pieno della contestazione, c’è stata la (quasi) chiusura con VF Group e Vincenzo Oliva, imprenditore di Tarsia, che aveva già opzionato gli arrivi di Daniele Faggiano come ds e di Pierpaolo Bisoli come allenatore. All’ultimo, nei caldi giorni di fine giugno, tutto saltato. E così la partenza per il ritiro in Sila, con mezza squadra che chiedeva di essere ceduta e l’altra metà che intanto salutava (e, in mezzo, anche la squalifica per scommesse a Pietro Martino).
Così la contestazione della piazza rossoblù non sembrava (e non sembra) affatto potersi placare e, anzi, tanti erano i dubbi sulla stagione che si stava preparando. Venturi aveva accettato le avances del Venezia, Micai quelle del Cluj in Romania, da dove arrivavano anche sirene per Manuel Ricciardi. L’accordo per l’esterno, però, non è arrivato. E così il Cosenza Calcio di Antonio Buscè, che nel frattempo ha raccolto l’eredità di Massimiliano Alvini (a proposito: se fosse stato lui il colpevole della retrocessione, come qualcuno ha scritto, non sarebbe primo in Serie B col Frosinone), si è trovato con una freccia molto forte in più al proprio arco.
Da lì, più per caso che per reale volontà, è partita la riscossa del Cosenza. E così Kouan, che in cadetteria è stato più un problema che una risorsa, è già a cinque gol in stagione; Ricciardi, in rosa per sbaglio, è capocannoniere; Florenzi e Garritano (al netto della serata no di Foggia) sono giocatori fuori categoria in Serie C. E i Lupi sono terzi, a cinque lunghezze dal primo posto e con un 2026 tutto da scrivere. Che, sicuramente, non potrà essere peggio del 2025 che si sta concludendo.


