Coppa Italia dilettanti

La Virtus Rosarno stacca il pass per gli ottavi, non accadeva dal 2005. Varrà: «Niente festa, abbiamo fatto quel che dovevamo»

Quasi vent'anni dopo dall'ultima apparizione, il club amaranto è tra le migliori sedici della competizione. Ecco le dichiarazioni del direttore sportivo

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di Vincenzo Primerano
8 settembre 2024
22:49

Dal 2005 al 2024 ci sono diciannove anni di mezzo ma, con un batter di ciglio, il direttore sportivo Varrà li ha fatti sembrare vicinissimi. La Virtus Rosarno torna imbattuta da Cittanova (0-0), nella terza gara di Coppa Italia Dilettanti, e stacca il pass per gli ottavi di finale dove affronterà la Reggioravagnese. Un ventennio dall'ultima volta e, guarda caso, sempre con Varrà come direttore. Insomma il nastro sembra essersi riavvolto e, perché no, fa sognare la tifoseria rosarnese.

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Uno 0-0 che premia la formazione di mister Ferraro dunque, forte anche della differenza reti e dal fresco 7-0 inflitto al Melicucco. Sulla partita si è espresso lo stesso Varrà ai nostri microfoni: «Partita molto spigolosa contro un Cittanova arcigno, ma alla fine il risultato ha rispecchiato l'andamento complessivo della gara e, soprattutto, la Virtus Rosarno ha ottenuto quello che si era prefissata». Niente esultanza dunque, poiché il direttore sportivo amaranto è consapevole della forza del gruppo: «Nel triangolare eravamo i favoriti e per questo non abbiamo festeggiato dopo la qualificazione, poiché abbiamo fatto ciò che dovevamo».


Adesso quel sogno da accarezzare: «La Coppa Italia è funzionale perché, da un lato, permette di schierare i giocatori che vogliono dimostrare il proprio valore mentre, dall'altro, porta un dispendio di energia non indifferente. Ora ci prepareremo per la sfida contro la Reggioravagnese ma non la affronteremo come una squadra di categoria superiore, bensì alla pari». Sulla stesura dei calendari: «Cerchiamo di partire bene, anche perché questo è un campionato come quello dei vecchi tempi dal momento che ci sono squadre come Gioiosa Ionica, Stilomonasterace, Africo, Capo Vaticano o Bovalinese che possono tranquillamente dire la loro. Per vedere i reali valori e le reali gerarchie, però, servono almeno dieci giornate di campionato».

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