La Nazionale italiana di Sitting volley avrà le maggiori attenzioni partendo dagli impegni al torneo internazionale di Assen. In Olanda da oggi sino a sabato si svolgeranno gare di rodaggio proprio per attestare quale sia lo stato di salute delle azzurre.

Il tutto in vista dei prossimi europei di categoria, che si terranno dal 28 luglio al 2 agosto prossimo in Ungheria, precisamente a Gyor. L’Italia, di certo, ci arriverà con grande attese, considerando come nell’ottobre 2023 ospitando la manifestazione a Caorle riuscì a conquistare la medaglia d’oro. Le azzurre dovranno giocare contro la Croazia, esordendo nella Pool B, per poi affrontare anche Francia, Germania, Olanda.

Impegni di un certo peso che di certo non fanno paura a Battaglia e compagne: «Stiamo arrivando al torneo di Assen reduci da una sconfitta in Golden, ci aspettavamo qualcosa in più rispetto a quello che abbiamo fatto, però era il primo appuntamento della stagione con il nuovo staff e il nuovo allenatore. Speriamo di migliorarci e avere maggiori soddisfazioni».

Estate calda e tanta attenzione per i progressi che dovranno essere alla base di buone prestazioni: «La stagione è iniziata ora – aggiunge - quindi al momento posso solo giudicare il primo torneo fatto. Credo che la mia prestazione sia stata abbastanza buona, spero di progredire ancora in questo mese fino all'inizio dell’Europeo, soprattutto perché stiamo giocando in posizioni diverse rispetto a prima, e confido in un miglioramento».

Uno sport in crescita può aiutare tutti. Di certo l’attenzione sul settore del Sitting volley resta alta, Raffaella Battaglia osserva con attenzione l’intero movimento e quanto avviene anche in Calabria, augurandosi sempre più interesse: «So che ci sono state parecchie iscrizioni e di questo sono felice, si potrebbe avanzare e promuovere sicuramente il nostro sport facendo poi promozione nelle scuole. Oppure, direttamente negli ospedali e strutture che si occupano di dare assistenza ai ragazzi con disabilità o a chi va incontro alla disabilità durante il percorso di vita: questi sono i primi punti di contatto con la disabilità»