Tennis, Sinner: «Ho imparato che c’è una vita al di fuori di questo sport»
Sfinito ma felice il numero uno del mondo dopo il successo sull'americano Fritz nella finale degli Us Open: «State con chi vi vuole bene. La pressione? È una cosa bella»
«Vincere quando sei favorito è differente. Rispetto all'Australian Open, questo è uno Slam completamente diverso: il primo è un sollievo e questo qui, dopo esserci arrivato da una situazione del genere, è stato più di forza mentale, l'ho fatto vedere anche in semifinale contro Jack Draper. La pressione è una cosa bella da avvertire, e io mi sento fortunato ad averla». Lo ha detto Jannik Sinner, intervistato da "SuperTennis" dopo il trionfo in finale all'US Open su Taylor Fritz.
«Dopo aver passato mesi duri e tosti questo trofeo significa tanto - ha sottolineato il n.1 del mondo -. C'è tutta la gente intorno a me che mi conosce come persona e sono contento di come ho reagito. Il mio team che mi conosce meglio dei miei genitori: tutto questo per me vuol dire tanto, d'altronde sappiamo che posso ancora migliorare, come abbiamo visto oggi in finale: nel servizio e in alcune scelte, ma sono dettagli che ti fanno diventare un giocatore migliore. E noi cerchiamo sempre di migliorarci».
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Ma come ha vinto Sinner questa finale? «Secondo me la finale l'ho vinta partendo in modo aggressivo - ha spiegato -, facendogli capire subito che appena mi lasciava una palla corta ero lì. Poi ho cambiato qualcosina dal punto di vista tattico, nel secondo set ho capito che stava alzando un po' l'asticella specialmente nel servizio e anche nel terzo ero sotto 5-4. Ma poi sono ripartito. Ci sono stati dei punti in cui la partita è cambiata, e li ha avuti anche anche lui quando ha avuto la possibilità di andare 4-2 e ha colpito la riga. Ma era una finale, è difficile giocarla e sono contento di averla vinta».
Ma questa per Jannik è stata una vittoria che va al di là del tennis: «voglio ringraziare il pubblico per il supporto nei momenti di difficoltà: è facile esserci quando le cose vanno bene. Voglio condividerlo con tutti i tifosi. Sono contento di come sia stato onesto il pubblico nell'Ashe». E lui, Sinner, in questo periodo «ho imparato che fuori dal tennis c'è una vita». «Lavoro davvero tanto per alzare queste coppe e giocare nei campi più grandi al mondo - ha aggiunto - ma fuori c'è un'altra vita, è importante mettersi intorno delle persone che ti conoscono ma che soprattutto ti accettano come sei come persona. Noi sportivi non possiamo cambiare perché altrimenti perdiamo l'equilibrio e questo vale anche nella vita in generale, è importante circondarsi di persone che ti vogliono bene per quello che sei, è questo il mio messaggio, soprattutto nei momenti difficili, di stare con chi ti vuole bene anche se sono due o tre».