Il chiarimento

Considerata troppo grassa per fare l’arbitro, la difesa della Fipav: «Regola internazionale a tutela della salute»

La Federazione sportiva attraverso una nota chiarisce alcuni aspetti della vicenda che ha interessato la direttrice di gara catanzarese Martina Scavelli che a seguito di una penalizzazione dovuta alla sua circonferenza addominale ha deciso di ritirarsi

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di Redazione
16 febbraio 2023
13:08
A destra Martina Scavelli
A destra Martina Scavelli

Al centro della cronaca sportiva e non solo di questi ultimi giorni c’è finita la vicenda della catanzarese Martina Scavelli, arbitro di pallavolo, che, con un chiaro messaggio indirizzato alla campionessa della nazionale italiana Paola Egonu, ha denunciato una «discriminazione» nei suoi confronti attuata dalla Federazione. La direttrice di gara calabrese è stata penalizzata – con un arretramento di carriera - per il suo peso. Entrando nel particolare per la sua circonferenza addominale che non ha superato i parametri previsti dal regolamento. E per questo motivo Martina ha deciso di ritirarsi.

«La Federazione Italiana Pallavolo – si legge in una nota - al fine di chiarire e fugare dubbi sulla normativa vigente in materia di parametri antropometrici che gli ufficiali di gara devono rispettare, ci tiene a precisare quanto segue: la normativa federale sui valori massimi di Bmi e circonferenza addominale è già in vigore dalla stagione 2017/18 per tutti gli arbitri, compresi gli addetti di staff impiegati nei campionati nazionali, (in realtà introdotta da oltre dieci anni per gli arbitri federali di Serie A e successivamente estesa) sulla base di una delibera del Consiglio Federale che deriva dal recepimento di una normativa della Federazione Internazionale per motivazioni sanitarie: l’health management plan programme».  


«La Fipav, dovendo rispettare la regolamentazione internazionale, ha fatto propria la normativa e da quel momento ha fatto sì che tali parametri vengano costantemente rispettati per il corretto e regolare svolgimento delle proprie attività sportive. Obiettivo primario della normativa internazionale in oggetto è la salvaguardia dello stato di salute della classe arbitrale che, come si potrà immaginare, è costantemente informata e aggiornata su eventuali cambiamenti dei regolamenti stessi», si legge ancora nella nota delle Fipav.

«Ovviamente la Federazione Italiana Pallavolo e il suo settore ufficiali di gara all’inizio di ciascuna stagione agonistica coinvolge i propri tesserati impegnati nel settore arbitrale affinché conoscano la normativa vigente che – conclude la nota -, come detto, si pone il principale obiettivo della tutela della salute».

Le rezioni. Uil: «Visioni medievali»

«Il talento non può essere soffocato da qualche centimetro in più, la passione non può essere schiacciata dal peso di visioni medioevali. Il merito deve essere il solo metro di paragone utilizzabile per definire il nostro impegno in ambito professionale o sportivo». È la presa di posizione del segretario generale della Uil calabrese che insieme ad Anna Comi - responsabile coordinamento Pari opportunità Uil Calabria - , ha voluto manifestare il proprio dissenso verso l’applicazione di questa norma, così come avevano fatto già nella giornata di ieri Caterina Vaiti (segretaria confederale Cgil Calabria e responsabile del Coordinamento donne Cgil Calabria) e il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita.

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