Il direttore sportivo ha fatto il punto della situazione in vista del debutto casalingo del prossimo 5 ottobre: «l talento da solo non basta, servono fatica, dedizione e unità di intenti»
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Si avvicina il debutto casalingo per la Redel Reggio Calabria e, in vista della sfida di domenica 5 ottobre al PalaCalafiore contro Molfetta, a fare il punto della situazione è il direttore sportivo Vincenzo Meduri.
Il dirigente neroarancio ha tracciato un bilancio dei primi impegni stagionali, tra la vittoria del Trofeo Sant’Ambrogio e la sconfitta sul parquet di Brindisi: «Il successo nel Sant’Ambrogio è stato il segnale concreto che il lavoro quotidiano, la fiducia reciproca e la voglia di crescere hanno dato i loro frutti. A Brindisi, invece, hanno pesato le difficoltà fisiche e l’overtime, dove la squadra ha perso lucidità».
Meduri ha sottolineato come il gruppo stia ancora attraversando una fase di rodaggio: «Contro la Dinamo abbiamo giocato a tratti, con poca continuità, ma non dimentichiamo che sette decimi del nostro roster sono nuovi. In questo momento paghiamo il prezzo di una preparazione atletica molto intensa, ma necessaria per affrontare una stagione lunga e difficile. La direzione è quella giusta: il gruppo ha talento e valori umani forti. C’è fame, voglia di crescere e soprattutto un’identità che si rafforza allenamento dopo allenamento».
Guardando alla sfida con Molfetta, il direttore sportivo dei reggini non ha dubbi sull’atteggiamento da assumere: «Il talento da solo non basta, servono fatica, dedizione e unità di intenti. Contro Molfetta mi aspetto una prestazione con energia diversa: saremo più aggressivi, compatti e pronti a lottare su ogni possesso. Vogliamo reagire subito con lucidità, ma anche con quella cattiveria agonistica che deve diventare la nostra firma».
Infine, Meduri ha voluto lanciare un messaggio diretto ai tifosi, protagonisti già alla presentazione della squadra: «Un grazie speciale al nostro pubblico per il sostegno. In casa vogliamo costruire una roccaforte: abbiamo bisogno di voi, del vostro calore e della vostra voce. Siate il nostro sesto uomo in campo: insieme possiamo costruire qualcosa di grande».