Per il sestetto di Fefè De Giorgi la possibilità di “vendicarsi” della sconfitta nel girone. Bottolo: «Ora sappiamo chi sono»
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Alessandro Michieletto e Mattia Bottolo (Foto Ansa)
Nel girone li ha sorpresi e battuti, ora in casa azzurri c'è grande voglia di rivincita. Il cammino dell'Italia ai mondiali di pallavolo in corso nelle Filippine passa di nuovo per il Belgio: dopo il successo sull'Argentina, mercoledì la nazionale di Fefè De Giorgi si ritroverà di fronte quella allenata dall'italiano Emanuele Zanini, l'unica ad aver battuto i campioni in carica nella prima parte del torneo iridato. La prova con l'Argentina, che ha spalancato le porte dei quarti di finale, ha ridato nuova grinta al gruppo: ma a Manila la testa è tutta per il prossimo avversario per il match-bis della fase a gironi. In casa azzurra c'è fiducia e ottimismo per quanto accaduto fino a ora, ma anche la consapevolezza che si sta giocando un torneo non semplice.
«Con l'Argentina è stata una prestazione che cercavamo di fare da qualche partita - le parole di Mattia Bottolo -, soprattutto dal girone, ma non ci eravamo riusciti a pieno. Quella con l'Argentina, invece, è stata una di quelle partite durante la quale vedi che la squadra è presente in tutti i fondamentali e riesce a esprimersi bene. Insomma, è stato una buona espressione del nostro gioco. Mi è piaciuto, in particolare, come nei momenti di difficoltà, soprattutto del primo e del terzo set, c'è stato un qualcosa o qualcuno che è riuscito a dare un 1% in più. Ci sono state diverse espressioni dei punti di forza personali in momenti chiave».
Ora c'è il Belgio «contro cui vogliamo prenderci la rivincita - sottolinea lo schiacciatore azzurro -. Sapevamo che poteva essere un incrocio ed è bello avere questa opportunità. Per fortuna c'è capitata l'occasione. Ci presenteremo in campo per partire subito forte, nella partita del girone forse non ci aspettavamo un Belgio così solido e capace di esprimere questo livello di gioco in tutte le partite disputate. Contro di loro abbiamo impiegato un po' di tempo a trovare il giusto ritmo. Adesso li conosciamo meglio e sappiamo che avversari ci troveremo di fronte». Nelle gare da dentro o fuori «ci troviamo spalle al muro, quindi si avverte più pressione e soprattutto sale l'adrenalina. Ogni dettaglio sarà fondamentale. Chi vive di sport, comunque, è abituato certi momenti e noi viviamo per questo».