Le indagini condotte dalle fiamme gialle hanno consentito di mettere in luce la pericolosità dell’indagato. Il valore del bene si attesta sulle 300 mila euro
L’impresa in questione, in particolare, pur presentando la prescritta dichiarazione dei redditi e dell’Iva, aveva omesso di indicare i ricavi conseguiti, i quali sono stati ricostruiti dai finanzieri attraverso l’analisi della documentazione
Le indagini della Guardia di finanza di Lamezia hanno consentito di mettere ancora in luce la pericolosità sociale dell'uomo, la sua appartenenza ad una agguerrita organizzazione ‘ndranghetistica e la dedizione al compimento di gravi reati
Confiscate anche due ville e tre autovetture. Il provvedimento ha riguardato anche l’applicazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a carico dei due indagati
L’attività investigativa ha evidenziato l’assoluta egemonia del clan, esplicata sul territorio come una vera e propria “signoria”, sia nell’esercizio delle tradizionali attività criminali che nel totale condizionamento della vita pubblica
Destinatari del provvedimento Davide Orlando e Roberto Piacente entrambi arrestati e condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso nell'ambito dell'operazione “Piana”
Destinatario del provvedimento Alfonso Brandimarte, ex dipendente del porto di Gioia Tauro arrestato nel 2014 perché ritenuto elemento di spicco di un'organizzazione dedita all'importazione di cocaina
Siciliano avrebbe assunto il ruolo di imprenditore di riferimento del capo cosca Romano, garantendo, attraverso le ditte nella sua disponibilità e strettamente collegate al sodalizio criminale, l’esecuzione di lavori nel settore dell’edilizia pubblica
Le imprese riconducibili ai destinatari del provvedimento, grazie alla forza intimidatrice della cosca, erano proposte come partner “obbligati” nell’esecuzione di vari lavori instaurando di fatto un regime di monopolio
L'uomo, ritenuto vicino alla cosca Molè di Gioia Tauro, era a capo di due imprese operanti nel settore del confezionamento di abiti da sposa. Sono stati confiscati l'intero patrimonio aziendale nonchè beni immobili e rapporti finanziari
La Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha confiscato un patrimonio di circa 10 milioni di euro a noti imprenditori reggini ritenuti essere 'organici' alla cosca Tegano
Il valore stimato dei beni confiscati è di 21 milioni di euro. L'imprenditore è considerato dagli inquirenti contiguo alla cosca di 'ndrangheta degli Aquino
Le indagini hanno condotto i militari della Guardia di Finanza a scoprire le attività illecite di un pluripregiudicato, apparentemente nullatenente, che è risultato avere l’effettiva disponibilità dei beni oggi confiscati
Nel mirino della Direzione investigativa antimafia di Catanzaro anche quattro cliniche di Cosenza, oltre a società edili ed immobiliari, fabbricati, terreni e svariati rapporti finanziari