Al via già da ieri a Reggio Calabria la quattro giorni della Conferenza Internazionale dell’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria dedicata all’"Ingegneria dei Biosistemi per la Transizione Verde". L’evento, giunto alla sua tredicesima edizione darà un respiro internazionale all’Università degli Studi Mediterranea, e al Dipartimento di Agraria che ospiterà l’evento, per rilanciare, dalla città dello Stretto, le sfide globali più attuali e complesse del nostro tempo riguardanti un'agricoltura sempre più sostenibile ed al passo con il crescente bisogno di cibo nel mondo. Tematiche che rivestono una attenzione sempre più alta, come testimonia l’ampia adesione della comunità scientifica all’evento, sottolineata anche dal Rettore della “Mediterranea” Giuseppe Zimbalatti che nell’occasione della quattro giorni raccoglierà il testimone della presidenza dell’Associazione, dal professore Giuseppe Giordano - Ordinario di Idraulica Agraria dell'Università di Palermo, già docente dell’Ateneo a cavallo degli anni ‘80 e ’90 - per assumerne la guida per il quadriennio 2026-2029.

«Ogni quattro anni – ha detto Zimbalatti - tutti gli studiosi, i ricercatori, i professori universitari degli istituti di ricerca prevalentemente d'Italia si riuniscono a fare il punto sulle ricerche, sulle innovazioni che riguardano l'ingegneria agraria, vale a dire tutti quei settori che coinvolgono la meccanica agraria, le costruzioni rurali e l'idraulica agraria, la cosiddetta ingegneria agraria, il genio rurale come meglio si definiva un tempo. È l’occasione per presentare i propri lavori, le proprie ricerche, il frutto di tanti anni di attività, ed i numeri di questa edizione sono molto molto confortanti, abbiamo 350 partecipanti dei quali circa 300 in presenza distribuiti su centinaia di presentazioni orali e poster».

Dopo l’accoglienza, dunque, tre giorni di full immersion, che vedranno direttamente coinvolto il Dipartimento di Agraria diretto da Marco Poiana.

«Il tema è talmente attuale che il Dipartimento che ho l’onore di dirigere si distingue e ha l’onore di ospitare un numero elevatissimo di ricercatori. Il Dipartimento del resto sviluppa sia attività di ricerca ma anche di didattica sull’argomento per il quale dobbiamo essere pronti a formare dei tecnici validi per il futuro e a tal proposito – aggiunge Poiana – sottolinea che la rinnovata offerta formativa dà un ampio risalto a questi aspetti nelle tre linee in cui si sviluppa: le Scienze e tecnologia agraria, le Scienze forestali e ambientali e le Scienze tecnologie alimentari».

Tutte le linee hanno confidenza con la “green transition” e Poiana sottolinea come la richiesta di queste nuove figure, nel privato ma anche nel pubblico sia continua, segno che il tema è abbastanza sentito. «La sostenibilità è al centro di tutte le nostre attività, sia di ricerca che didattiche – ha poi aggiunto Poiana -. Sostenibilità Intesa sui tre pilastri che la sorreggono: quello economico e quindi una sostenibilità che dia futuro all'imprenditore, al comparto socio economico, quella sociale che dia ovviamente delle risposte alla società, ma anche in certi casi soprattutto a quella ambientale che per troppo tempo probabilmente ci siamo dimenticati e che ora ha la necessità di essere salvaguardata».

Tra gli ospiti dell’evento anche Alessandra Gentile, professoressa di Arboricoltura all’Università di Catania, e presidente della sezione di sud ovest dell'Accademia dei Georgofili, protagonista di una relazione. «Cercherò di trattare i punti di contatto tra ambiti diversi, nonostante questo sia un convegno di ingegneria agraria. Io sono un arboricoltore e i punti di contatto e le prospettive, le direttrici per le quali l'agricoltura dei prossimi anni, deve andare avanti, certamente si deve avvantaggiare da una contaminazione dei saperi, perché il tema fondamentale è quello della sostenibilità, cercare di produrre di più, ma certamente con meno risorse, con una qualità di produzione che sia di altissimo livello e per fare questo bisogna da una parte conoscere le piante e dall'altro intervenire nei processi di gestione».

Giovanni Molari, Rettore dell'Università di Bologna ricorda che l'ingegneria agraria ha sempre avuto un ruolo fondamentale in tutto il processo di lavorazione, «in tutta la catena agroalimentare e sempre di più anche alla luce di quelle che sono state le indicazioni, le direttive FAO, penso che la meccanica agraria con tutta la parte inerente la precisione delle macchine sia sempre più importante nel nostro mondo. Un convegno su questo argomento oggi è ancora più fondamentale».