Prosegue lo scambio di opinioni in merito alla Bonifica nella discarica Sovreco di Crotone tra l’ex governatore Mario Oliverio e il commissario straordinario Emilio Errigo. L’ex presidente della Regione era intervenuto sul tema accendendo i riflettori su ritardi, inerzie e le decisioni dell’attuale commissario. Alle sue dichiarazioni avevano fatto seguito le parole del generale Errigo il quale aveva bollato le affermazioni di Oliverio «non solo imprecise, ma in taluni passaggi del tutto inesatte» che «restituiscono un’immagine distorta del complesso lavoro in atto per la bonifica di uno dei siti ambientali più compromessi d’Europa».Il commissario inoltre aveva difeso un punto chiave del dibattito, ovvero che i rifiuti possono essere smaltiti in Calabria, poichè «la discarica Sovreco S.p.A. è autorizzata dalla Regione Calabria a ricevere e trattare rifiuti speciali pericolosi».

Errigo poi aveva sottolineato: «Non spetta a me, come commissario straordinario, accertare responsabilità passate: il mio compito è quello di agire, con efficacia e rigore, per superare l’impasse e restituire prospettive reali alle comunità coinvolte svolgendo tale compito nel massimo rispetto della legalità, della trasparenza e dell’ascolto costante della collettività».

La replica di Oliverio

Il botta e risposta è quindi proseguito con l’ultima nota stampa inviata dall’ex governatore.

«Nel corso della mia audizione alla Commissione bicamerale ecomafie, mercoledì 16 luglio scorso – spiega - ho avuto modo di illustrare una documentata valutazione sulla situazione della bonifica del Sin di Crotone alla quale gli organi di informazione hanno dato ampio spazio, trattandosi di una delicata e grave vicenda. Con questa nota, quindi, mi limito solo ad alcune precisazioni in relazione ad un comunicato diffuso dal commissario straordinario alla Bonifica, gen. Errigo, che, ritengo in buona fede, ha dato una lettura distorta di alcune mie affermazioni. Il gen. Errigo, come chiunque altro, può accedere al sito Istituzionale della Commissione bicamerale ecomafie ed ascoltare o riascoltare il mio intervento. Potrà constatare che le valutazioni da me espresse sui ritardi e le responsabilità in merito alla bonifica del Sin di Crotone e alle operazioni in corso sono dettagliatamente documentate e supportate da atti formali. Avendomi il gen. Errigo, attribuito una "narrazione parziale e fuorviante" e "ricostruzioni imprecise" sono costretto a ritornare su alcuni aspetti da lui richiamati in riferimento alle sue funzioni commissariali ed a sue precise scelte. A tal proposito, proprio per evitare di alimentare confusione, ritengo opportuno allegare alla presente nota, alcuni atti assunti dal Commissario dai quali si può evincere che circa due milioni di euro, per la precisione 1.928.514,15 (vedi allegato) costituiscono il costo di una convenzione con Sogesid per istituire una "Sede con una struttura di supporto tecnico amministrativo a Roma"».

E ancora: «In verità, in audizione ho evitato di aggiungere il costo degli uffici di Crotone, per l'ammontare di 1.407.647,09 (vedi allegato) in quanto ritengo che a Crotone, sede del SIN, il Commissario sia giustamente dotato di una struttura operativa. Non ho neanche richiamato altri atti commissariali come ad esempio l'incarico ad un giornalista a Roma per l'importo di 130.000 euro. Risorse queste, derivanti dalla condanna di Syndial (oggi Eni Rewind) per danno ambientale con sentenza del Tribunale Civile di Milano del 2012. Sarebbe stato ragionevole ed opportuno utilizzare tali risorse per potenziare le attività di vigilanza e di monitoraggio sulle operazioni di bonifica da parte di Arpacal e Spisal, enti ridotti ad una condizione di preoccupante sotto-organico. A tal proposito – sottolinea - ricordo che durante la mia esperienza di Governo della Regione, d'intesa con il Commissario di allora, la dott.ssa Belli, sostenemmo con due milioni di euro del bilancio regionale, un progetto proprio a supporto di Arpacal per permettere la assunzione di professionalità tecnico scientifiche da utilizzare nelle funzioni di controllo e monitoraggio della bonifica».

Oliverio prosegue l’analisi: «Ancora, il gen. Errigo continua a ripetere che “rifiuti speciali pericolosi provenienti da tutta Italia” verrebbero conferiti nella discarica "Columbra" di Crotone. E aggiunge che è "illogico e incomprensibile che rifiuti dello stesso tipo arrivino da altre regioni italiane per essere smaltiti in Calabria mentre quelli provenienti dal Sin di Crotone devono essere trasferiti fuori regione o all'estero."

Queste affermazioni generiche e fuorvianti potrebbero essere tollerabili in bocca a buontemponi al bar, ma risultano inappropriate se dette da un Commissario con un compito tecnico, specifico e in rappresentanza dello Stato. Per essere chiaro riformulo la domanda posta nel corso dell’audizione alla Bicamerale: è a conoscenza il gen. Errigo che nell'impianto di "Columbra" vengano conferiti rifiuti tenorm e norm con tracce di radioattività ed amianto, la cui pericolosità è definita dal d.lgs 152/2006 e non esenti da quanto previsto dal d.lgs. 101/2020? A questa precisa domanda il Commissario deve una risposta, evitando di sollevare confusione facendo nelle sue sortite, riferimenti generici a rifiuti pericolosi».

L'impianto di Columbra «non è autorizzato a ricevere rifiuti speciali pericolosi della tipologia prima richiamata, che non a caso e non per capriccio, il Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale) prescrive di conferire in impianti autorizzati che in Calabria non sono presenti. Ribadisco: se il Commissario Errigo é a conoscenza di conferimenti di detta tipologia di rifiuti, ha sporto denuncia alla Procura? Incredibile poi che il Commissario Errigo, debordando dalle sue competenze, si sia spinto ad emanare un’ordinanza per disporre il conferimento di detti rifiuti nella discarica di “Columbra” in palese violazione delle norme e del Paur che prescrive lo smaltimento di quel tipo di rifiuti solo in impianti appositamente autorizzati fuori dalla Calabria. Quegli stessi impianti che fino a qualche settimana fa Eni Rewind e lo stesso Commissario negavano fossero disponibili all’estero, salvo annunciare ora, dopo cinque anni di omessa bonifica, la disponibilità di un impianto in Svezia per 40.000 tonnellate a fronte di centinaia di migliaia. Per concludere, il Commissario farebbe cosa opportuna e doverosa a dare una puntuale informativa circa l'attività ed i compiti per i quali ha ricevuto l'incarico dal Governo Nazionale. Ci riferiamo, precisamente ai siti da caratterizzare, bonificare da Tenorm e mettere in sicurezza provvisoria e/o permanente come: la Chiesa del Santissimo Salvatore; il piazzale ex Sasol; il piazzale della Polizia; via Fermi».

«Conosco bene le difficoltà nelle quali opera il gen. Errigo nè mi sfuggono le condizioni nelle quali si è venuto a trovare a seguito di accordi non rispettati da parte degli interlocutori locali e regionali. È una terra difficile la Calabria. Ma queste evidenti difficoltà non giustificano scelte come quella di assumere l'ordinanza prima richiamata o di annunciare in più occasioni l’intervento dell’esercito. Contro chi? Contro la popolazione di Crotone che aspetta da anni una effettiva bonifica? Guai a dimenticare: la stragrande maggioranza delle famiglie di Crotone è colpita da malattie oncologiche determinate da fattori inquinanti nell'ambiente. Il Ministero dell'Ambiente ha gravi responsabilità sulla vicenda della mancata bonifica da parte di Eni Rewind. La città di Crotone – conclude - deve essere risarcita e liberata dai veleni che continuano a determinare morte e sofferenza».