Danni del maltempo

Cumuli di rifiuti dopo la mareggiata dei giorni scorsi, il litorale di Corigliano Rossano come una discarica

VIDEO | Sulle spiagge della Sibaritide trovati detriti di ogni tipo. Fabio Menin (Wwf): «Le opere di pulizia delle zone a rischio siano fatte per bene»

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di Matteo Lauria
2 dicembre 2022
11:10

La mareggiata jonica ha vomitato rifiuti di ogni tipo: ingombranti, inerti, pneumatici, tante bottiglie di plastica e, soprattutto, legname. La spiaggia dell’area costiera di Corigliano Rossano piena di detriti si è trasformata in una vera e propria pattumiera.  Il fenomeno, che si ripete spesso in occasione del mare mosso, è stato accentuato dalla durata dalle cattive condizioni atmosferiche in cui è stata dichiarata l’allerta arancione. È la conferma dell’inciviltà imperante che prende sempre più corpo. Per di più, c’è chi ha realizzato persino degli agrumeti nei letti dei torrenti.

Ciò alimenta il rischio delle esondazioni. Sono caduti 200 mm di pioggia in poche ore, durante una precipitazione durata per una quindicina di ore, ma che si è concentrata con intensità molto forte in una fascia oraria più ristretta. «Nel 2015 durante l’alluvione a Rossano-Corigliano - ricorda Fabio Menin già presidente del Wwf Sila Greca - caddero 230 mm d’acqua in piena estate registrati a Corigliano. Fu una bomba d’acqua causata da correnti umide provenienti da sud-est su un mare più caldo di circa 3° rispetto alla media del periodo che si scontrarono con correnti più fredde da Nord-Est che si trovavano nel golfo di Corigliano. E si produsse una di quelle che noi chiamiamo bombe d’acqua che le attuali previsioni meteo non sono grado prevedere con precisione».


L’ambientalista riprende il capitolo dei detriti restituiti dal mare: «I torrenti sui quali le piogge mancavano da quasi un anno ad eccezione di un altro episodio di pioggia di novembre, avevano gli alvei senz’acqua, ma questa nella falda c’è sempre, per cui la vegetazione se lasciata a sé cresce in abbondanza. Inoltre i terreni agricoli erano secchi. Tutto questo ha fatto sì che i piccoli torrenti come Citrea, Coserie, Colagnati, Grammisato, Malfrancato ed altri si riempissero d’acqua senza esondare dagli alvei, tranne alcuni punti critici dove c’è stata qualche piccola frana( specie nei comuni collinari dell’interno) o qualche piccolo allagamento. In altre parole ci è andata bene senza che le piogge molto forti causassero alluvione e danni gravi».

Il problema riguarda il futuro e il rischio che con l’arrivo di piogge intense possano cedere gli argini di alcuni torrenti: «Il sindaco i Crosia e il sindaco di Pietrapaola, avendo entrambi le carte di rischio idrogeologico dove le autorità competenti hanno segnalato zone abitate a rischio potenziale, saggiamente prima dell’ultima pioggia in presenza di allarme della protezione civile hanno chiuso le scuole. A Corigliano Rossano no. I responsabili avranno fatto le loro valutazioni che non mi permetto di mettere in dubbio; fatto sta che per quel che io ricordo dalla mia esperienza nel Wwf anche a Rossano e Corigliano esistono le zone abitate a rischio vicino ai corsi d’acqua. In qualche punto qualche lavoro di sistemazione idraulica è stato fatto, ma sia a Corigliano che a Rossano esistono ancora zone a rischio di cui le autorità sono a conoscenza». Da qui l’auspicio che «le opere di pulizia delle zone a rischio siano fatte per bene o completate e forse ,vista l’insufficienza della previsione metereologica per le bombe d’acqua, sarebbe il caso di informare i cittadini sui comportamenti corretti in caso di rischio alluvione per evitare inutili rischi personali». 

Giornalista
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