Disastro ambientale

Discarica di Scala Coeli, la Bieco: «Stiamo lavorando per ripristinare lo stato dei luoghi»

Dopo lo sversamento di 15mila metri cubi di percolato, la società proprietaria dell'impianto fa sapere di essere all'opera per riparare al danno ambientale provocato da cause in corso di accertamento

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10 luglio 2023
14:23

«Prosegue in fase avanzata e senza sosta l'attività di ripristino dello stato dei luoghi nell'area antistante alla discarica Pipino di Scala Coeli. La società Bieco – fa sapere in una nota –, proprietaria dell'impianto, precisa che l'evento si è verificato in una situazione assolutamente eccezionale e imprevedibile, e sin da subito sono state attuate le procedure previste per la messa in sicurezza di tutta l'area interessata». L’area interessata è quella della Valle del Nicà, dove il 22 giugno scorso si è verificato lo sversamento di 10mila metri cubi – per come dichiarato dalla stessa società – poi diventati 15mila perché alimentati, in attesa della rimozione dai corsi d’acqua, dalle acque sorgive. Sono i 15mila di cui ha dato notizia, nel corso del tavolo tecnico convocato in Regione, dal dirigente del dipartimento regionale Ambiente Salvatore Siviglia.

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«La Bieco – continua – sta lavorando dal primo giorno, con impegno incessante, per ripristinare lo stato delle cose, nonostante le difficoltà oggettive nel reperimento di impianti disponibili per lo smaltimento dei liquidi, raggiungendo anche impianti extraregionali, in particolare nelle regioni Sicilia e Campania. La proprietà sta ricevendo il massimo supporto dalle autorità preposte, con cui si condivide ogni iniziativa. Ad oggi, l'impianto risulta perfettamente ripristinato nella sua piena funzionalità e, anche in occasione del tavolo tecnico tenutosi presso la Cittadella regionale venerdì 6 luglio, la società ha esposto agli organismi competenti soluzioni tecniche complementari per accelerare i tempi della integrale bonifica, sebbene vi sia chi tenta di ostacolare le attività».


«La stessa azienda – si legge ancora – mantiene un rapporto di totale disponibilità e di assoluta collaborazione con la Procura della Repubblica del Tribunale di Castrovillari, verso cui esprime la più assoluta fiducia. È stato dato mandato ai legali per l’inoltro di istanze utili ad accelerare e definire lo stato di emergenza nonché per la presentazione di un esposto contro ignoti che hanno provocato l'apertura con mezzo meccanico di uno degli argini contenenti le acque sorgive (oggetto di attenzione mediatica), prontamente ripristinato».

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«Legittima può essere la preoccupazione, che è di tutti, inclusa quella dell'impresa Bieco, che non avrebbe mai permesso che una cosa del genere potesse accadere – prosegue l’azienda –. È quindi irresponsabile creare una situazione di allarmismo con diffusione di notizie del tutto infondate da parte di chi, per l’ennesima volta sembra augurarsi un disastro per l’ambiente di cui non v’è traccia stando agli esiti dei risultati elaborati dagli organismi preposti. Appare francamente paradossale poi che a qualche sedicente ambientalista sia consentito screditare addirittura l'Arpacal, rea di aver confermato la balneabilità delle acque. Si tratta di sobillatori irresponsabili, che sfruttano il momento per cercare di costruirsi una carriera politica, come altri hanno già fatto nel recente passato».

«Tali comportamenti e dichiarazioni, fondati sul mero “sentito dire”, oltre a diffondere nell’opinione pubblica un ingiustificato sentimento di allarme ambientale, in particolare sull’inventato inquinamento delle acque del mare, screditando di fatto gli organismi preposti, rappresentano la fonte dei veri danni all'immagine del territorio, avente forte vocazione turistica», si aggiunge.

«Al di là delle polemiche, la Bieco continua a lavorare incessantemente: oltre alla messa in sicurezza del tratto interessato e all’avviata bonifica dei corsi d’acqua in modo da ripristinarne la salubrità in misura superiore a quella preesistente all’evento, fornisce anche supporto agli agricoltori mediante il rifornimento di acqua potabile con apposite cisterne – conclude –. L’invito è di tornare al senso della responsabilità, guardando ai fatti ed evitando di procurare allarmismo e danni al territorio nel rispetto della stagione turistica appena iniziata».

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