Il decreto che destina le somme per la ricostituzione del patrimonio zootenico varato a giorni dalla Cittadella. La soddisfazione del coordinamento Agricoltura: «Settore in grave crisi per le perdite economiche, speriamo che la situazione si sia stabilizzata»
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Vaccini e risorse economiche. Così la Regione prova a sostenere gli allevamenti ovini calabresi la scorsa estate duramente colpiti dalla diffusione dell’epidemia di lingua blu che ha messo in ginocchio il settore. Dopo un anno di interlocuzioni, avviate dalla Cittadella con il coordinamento Altragricoltura che mette in rete diverse realtà associative locali, dovrebbe arrivare a breve il decreto che destina somme per la ricostituzione del patrimonio zootecnico.
«Lo scorso anno abbiamo subito perdite pesanti a causa di una pandemia fuori controllo» spiega Tommaso Gualtieri, allevatore e referente regionale di Altragricoltura. «Quest’anno abbiamo già ricevuto i vaccini, e vaccinato, speriamo che la situazione si sia stabilizzata anche perché ad oggi pare che non ci siano focolai attivi. Lo scorsa estate abbiamo subito la perdita di circa ottomila, diecimila capi. Speriamo che questo decreto ci possa aiutare».
«Dovrebbero essere circa tre milioni di euro, le somme messe a disposizione per gli allevatori, avrà sicuramente un impatto positivo – aggiunge ancora Gualtieri – perché senza questi fondi non riusciremmo a ricostituire il patrimonio zootecnico. Gli allevatori sono in ginocchio a causa della perdita degli animali ma soprattutto per l’assenza di reddito».
Una battaglia condotta dal coordinamento Altragricoltura che porta quest’anno i primi risultati: «Abbiamo avuto una grande apertura da parte della Regione, dobbiamo dare merito di questo sia all’assessore Gallo e a tutto lo staff e ai tecnici della Regione Calabria» ha evidenziato Luana Guzzetti, referente regionale di Coapi.
«Ci hanno ascoltato e supportato nelle varie riunioni che sono durate quasi un anno. Si è arrivati ad un risultato frutto di un lavoro condiviso sia dalla Regione che dalle associazioni e dal consorzio di tutela del pecorino crotonese. Si è riusciti a comunicare e a capire che basta una piccola variabile che lo scorso anno è stata la lingua blu, ma potrebbe essere qualsiasi cosa, per mandare in crisi l’allevamento o l’agricoltura e a queste circostanze bisogna far fronte con il dialogo con le istituzioni».