Liquami in mare e impianto inefficiente: due indagati per inquinamento ambientale.
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Scarichi incontrollati, liquami nel mare e un impianto depurativo privo delle funzioni essenziali. È lo scenario emerso a Fuscaldo, dove la Capitaneria di Porto, i Carabinieri della locale stazione e la Polizia giudiziaria, su impulso dell’ufficio ambiente della Procura di Paola, hanno eseguito il sequestro del depuratore comunale.
L’operazione, diretta dal procuratore Domenico Fiordalisi, scaturisce dai controlli regionali effettuati su 16 impianti di depurazione, tra cui Fuscaldo è risultato il caso più grave.
Reflui direttamente a mare: i numeri dell’emergenza
A preoccupare è il valore abnorme degli scarichi: secondo le analisi, a fronte del limite massimo di 5mila, sono stati rilevati valori di 65mila. Un foro nella conduttura ha permesso che i reflui non trattati finissero direttamente nel torrente Maddalena, e quindi in mare, generando un concreto danno ambientale.
A seguito dell’inchiesta, due dipendenti della società che gestisce l’impianto, con sede a Siracusa, risultano indagati per inquinamento ambientale, secondo l’articolo 452-bis del Codice Penale.
Impianto al collasso
Il depuratore è stato definito strutturalmente carente. Le verifiche hanno accertato l’assenza del sistema di grigliatura, indispensabile per bloccare i detriti solidi, e l’inefficienza del trattamento di disoleatura, che dovrebbe separare gli oli e le sostanze galleggianti prima della depurazione.
La Procura ha nominato un custode giudiziario per garantire la sicurezza ambientale e l’eventuale ripristino della funzionalità dell’impianto.
I cittadini avevano segnalato tutto
Le denunce dei residenti nei pressi del torrente Maddalena, che da mesi lamentavano un odore nauseante e persistente, trovano oggi piena conferma nei risultati dei rilievi ambientali.